Un primo documento dell’istruttoria tecnica chiesta dal Governo Meloni al Cnel di intitola Inquadramento del problema è stato approvato e pubblicato il 4 ottobre con con voto contrario della Cgil e astensione della Uil
Il comunicato stampa emanato dal Consiglio evidenzia i seguenti punti salienti:
l’intenzione di formulare un documento “ampio e inclusivo orientato cioè a condividere dati, scenari, possibili soluzioni e criticità, per evitare di replicare schemi di ragionamento duali – che si prestano a strumentalizzazioni politiche ed eccessi di semplificazione di un problema altamente complesso
sottolinea che la povertà lavorativa è spesso collegata non solo a salari insufficienti ma “è il risultato di un processo che va ben oltre il salario” e che riguarda i tempi di lavoro, la composizione familiare, la tassazione.
la direttiva europea 2022/2041 “non impone agli Stati membri alcun obbligo di fissare per legge il salario minimo” adeguato e, anzi, segnala ai fini della tutela dei lavoratori la preferenza per promuovere la soluzione contrattuale rispetto a quella legislativa.
il tasso di copertura della contrattazione collettiva in Italia è del 95 per cento , di gran lunga superiore all’80 per cento (parametro della direttiva).
concorda sulla criticità del fenomeno dei ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi. di cui riporta di dati precisi, ma afferma che non sempre ritardo è sinonimo di non adeguatezza del salario o di assenza di meccanismi di vacanza contrattuale, concessioni una tantum
Sui salari attuali osserva che i dati ufficiali di Istat stimano in 7.10 euro il 50 per cento salario medio e in 6.85 euro il 60 per cento salario mediano anche considerando altre modalità di misurazione affermano che il sistema di contrattazione collettiva di livello nazionale di categoria attualmente supera più o meno ampiamente dette soglie retributive orarie. Sul problema della cd. contrattazione pirata viene osservato che: le categorie che aderiscono a CGIL, CISL, UIL firmano 211 contratti collettivi nazionali di lavoro, che coprono 13.364.336 lavoratori dipendenti del settore privato ( con eccezione di agricoltura e lavoro domestico) e rappresentano il il 92 per cento del totale dei dipendenti tracciati nel flusso Uniemens. mentre i sindacati non rappresentati al Cnel al momento attuale firmano 353 Ccnl che coprono 54.220 lavoratori dipendenti, pari allo 0,4 per cento dei lavoratori di cui è noto il Ccnl.