Politici, presidenti, amministratori, banche, architetti, geometri e ingegneri. Stamattina a Nocera si parlava di temi di rilevante importanza. Il titolo del convegno: Dal Puc alla Rigenerazione Urbana. Tante belle e a volte convincenti parole. Però il punto fondamentale è un altro: dove prenderemo i soldi per la rigenerazione urbana come la vuole l’Europa ? E’ un problema di ampia portata: nazionale, regionale, provinciale e comunale.
Quanti soldi sono stati stanziati per la rigenerazione urbana? L’Italia ha 3,3 miliardi di euro disponibili dal Pnrr per progetti di rigenerazione urbana, ossia per ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale nei quartieri più a rischio delle città e dei piccoli centri, da spendere in cantieri edili per la riqualificazione.
In caso di modifiche, le risorse sarebbero così state assegnate dando ancora più priorità agli enti comunali sotto i 15mila abitanti, con un valore differente dell’IVSM, indice che quantifica le criticità sociali e materiali da ridurre con progetti di rigenerazione urbana.
Dopo i primi bandi assegnati nell’autunno 2022, si sono sollevate proteste da parte di alcuni Comuni esclusi che avevano indotto il nuovo Governo, appena insediato, a stanziare oltre 900 milioni di euro per scorrere la graduatoria e finanziare tutti i progetti di rigenerazione urbana presentati, a prescindere dalla Vulnerabilità Sociale e Materiale del Comune.
Non sono mancate le perplessità e le nuove valutazioni. Da qui, l’esigenza di adottare nuovi criteri di selezione dei progetti, diversi dall’IVSM e più rispondenti alla realtà dei territori.
“Per il momento – fa sapere Confindustria – il Governo ha risposto con il nuovo Fondo per la rigenerazione urbana nei Comuni sotto i 15mila abitanti, con una dotazione di 115 milioni di euro per l’anno 2025 e di 120 milioni di euro per l’anno 2026, istituito con l’articolo 14-quinquies della Legge 6/2023”.
Insomma il panorma è già cambiato più volte: l’incertezza è figlia di idee poco chiare ma anche dei conti della serva, cioè le risorse disponibili sul serio a fronte di interventi che dovrebbero esserci un pò ovunque vista la condizione di partenza, ovvero il poco che è stata fatto fino a oggi. Per quel che riguarda i privati cittadini, i soldi da chi li prenderebbero ? Le banche ? Vogliamo scherzare ? I progetti quali sono e dove sono ? Comprendiamo nel frattempo le ragioni dell’assessore all’urbanistica e governo del territorio della regione Campania Bruno Discepolo che ha descritto l’iter di approvazione della norma regionale 13/2022, gli ostacoli governativi superati, lo stato attuale e le prospettive per il futuro. Nel particolare, ribadendo che sono già partite le comunicazioni per il commissariamento di quei Comuni che non hanno ancora approvato il preliminare del Piano urbanistico attuativo, come previsto per legge. Chiarendo che si tratta di attuare strumenti urbanistici semplificati e fondamentali per il governo del territorio, come i piani programmatici, che si raccordano anche con il Pnrr, per i quali il suo assessorato sta effettuando una serie di incontri, per esortare i Comuni campani ad attivarsi con le procedure (Nocera Inferiore è a posto sotto questo aspetto) anche perché non ci saranno più proroghe, in quanto quella della legge 13/2022 è l’unica strada percorribile. Per il resto le chiacchiere stanno a zero, i soldi degli italiani poco al di sopra e le emergenze appaiono altre. La vera rigenerazione urbana prevede uno sforzo che al momento rimane lettera morta o al massimo lettera da convegno. A noi resta al momento una sola speranza: dopo gli scempi del Superbonus, alt al partito unico del cemento armato, ci pare il minimo.