Quell’arte dell’arrangiarsi napoletana e quell’elogio della bugia, che però si trasforma in truffa, raggiri, inganni, assume altri connotati che sanno di libertà e consapevolezza di se, nella piece teatrale messa in scena, sabato 28 ottobre, al Teatro Dehon di Sant’Antonio Abate. Una matrice veristica con chiari riferimenti pirandelliani per questa piece. E tra sane risate per gli equivoci dialoghi e situazioni e la freschezza espressiva e colorita degli attori in scena, ottiene successo la commedia in due atti: ” Inganni napoletani per sopravvivere” , a cura dell’associazione Art’è Cummedia. Il regista, l’arguto Carmine Stucchio riesce nell’impresa di far divertire il pubblico, utilizzando solo apparentemente dei temi retorici dell’arte del sopravvivere alla napoletana, per far emergere importanti significati, inoculando ai divertiti spettatori, chiari messaggi etici. La trama si sviluppa su una coppia senza figli che vive di raggiri e truffe. Lei inammoratissa del marito, autentico imbonitore e truffatore, lo accondiscende, sostenendolo nel raggiro di ignare vittime. E cosi è costretta a trasformarsi nell’ammaliante Katiuscia per truffare un austrialiano, nella mammina di lui, morta ormai da oltre 30 anni, per riscuotere la pensione Inps, o nell’asssistente del fantomatico mago nano per raggirare le vittime del momento. Ma sarà proprio lei, la trasformista per amore, interpretata dalla brava mattatrice Elsa Garofalo a regalare sul finale un messaggio chiaro al pubblico, con l’obiettivo di ribellarsi a vite confenzionate da altri e rivendicare autonomia di scelte, di donne, spesso innamorate ed ingannate da compagni truffaldini che le costringono a condurre un’esistenza grama e fatta di inganni. E’ palese la dichiarazione della protagonista quando prende consapevolezza della sua condizione e decide di lasciare quel mondo di raggiri e truffe, di liberarsi di un amore tossico e assumersi responsabilità pur di rendersi libera e senza più condizionamenti. Complimenti dunque alla compagnia amatoriale composta da Elsa Garofalo, Salvatore Abagnale, Michele Raiola, Domenico Cuciniello, Rosanna Gargiulo e Stefano Ruocco, la suggeritrice è Lucia Calenda. La commedia risente di dialoghi a volte non ben calibrati ma alcuni intercalari e l’utilizzo di detti e il rafforzamento di mosse e guitti ammaliano il pubblico che tributa i giusti applausi ad uno spettacolo genuino e ben assestato che trascorre con leggerezza in due ore, garantendo tante risate ad un pubblico ben attento e soddisfatto. Auguri alla compagnia che fa uno sforzo importante per continuare la bella tradizione di continua un teatro territoriale e al regista, che non ha mai smesso i panni del docente di scuola media, quando con senso paterno e affetto cercava di profondere conoscenze e arte del vivere ai suoi discenti.
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