“La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.” (Calvino, Le Città Invisibili)
Smalto rosso quando si lascia o si viene lasciati, Meloni osa, quasi come con la riforma istituzionale. Speravo un giorno di vedere Dino Zoff o Gino Paoli senatori a vita, invece…Ogni sera alla tv c’è il conflitto, mai un comico che telefonasse in diretta, Nonostante il Pd direbbe De Luca, per fare uno scherzo a conduttori e editorialisti: “Sono la buonamima di Arafat “. Risposta alla napoletana di Bocchino: Arafat ? E dall’altra parte, con finto accento filo-sovietico “Non sono cazzi tuoi”. La Gruber inarca la spalla, Mieli si limita al battito di ciglia. La tv d’altra parte s’è confusa le idee. Il “piccolo” schermo diventa grande auto-scherno quando appaiono avvocati del popolo in bruciore di notorietà, scambiata purtroppo col successo, roba da ambasciatore del Katanga rimanendo all’attualità che ci sta sempre più stretta. Mi sto scervellando sul Var e sul fuorigioco, Sasà Avallone ha perso persino la voglia di protestare: evviva Garcia, pure Zorro. Gli angeli, ecco di nuovo gli angeli, quelli del fango: Firenze 1966-Campi Bisenzio 2023. Gli angeli sono invecchiati, le disgrazie restano tali (vi risparmio il dibattito tra fautori ferventi del clima cambiato e pratici assertori dell’Italia che affonda per incuria propria). E tra a’ Livella di Totò e il consumato ricordo di Pasolini è finita una settimana e ne comincia un’altra.
Libro consigliato: I Lupi dentro (di Edoardo Nesi)
Canzone consigliata: Quando Gigi Riva tornerà (di Piero Murras)
Preghiera consigliata: Benedici i nostri cuori in ansia, le nostre mani congiunte, il lavoro dei medici, degli infermieri, dei politici, degli scienziati che stanno lavorando senza sosta per il bene di tanti fratelli. Abbi pietà e ascoltaci. Tu che non ti porgi a noi come Regina, ma con l’amore di Madre, sorella e confidente. Amen