Sul sito del Comune di Sant’Egidio del Monte Albino, cliccando su “Il territorio” e poi “La nostra
storia”, è possibile leggere una sintesi storica della cittadina. La parte che colpisce riguarda il 1806. Racconta: L’istituzione del Comune di Sant’Egidio risale invece al 18 ottobre 1806 quando, in virtù della Legge n.211 di Giuseppe napoleone Bonaparte, la comunità di S. Egidio si costituì con Comune autonomo.
Andiamo ad analizzare il tutto partendo dalla prima decade dell’800: l’8 dicembre 1806, Giuseppe
Napoleone, re di Napoli e di Sicilia, operò una diversa spartizione territoriale all’interno del Regno, smembrando numerose città. Difatti all’interno del Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, la Legge n. 272 determinò i distretti del Reame. Così si presentava la Provincia del Principato Citeriore suddivisa in circondari: Salerno – Pasitano – Amalfi – Scala – Majuri – Lettere – Vietri – Cava – Angri – San Severino – Nocera – Pagani – Montuoro – Sarno – San Cipriano – Monte Corvino – Campagna – Capaccio – Acerno – Contursi – Laviano – Mercato – Baronissi.
Nocera de’ Pagani fu divisa in due città autonome, chiamate, appunto, Nocera e Pagani1. Con la
seguente Legge per la circoscrizione dei governi del Regno (19 gennaio 1807, n.14), del Bullettino
delle leggi e de’ decreti reali del regno delle Due Sicilie, pubblicato nel 1807 e leggibile a pagina
21, il circondario di Pagani aveva i Governi di Pagani, Barbazzano, Cicalesi, S. Lorenzo e S. Maria
Maggiore, quest’ultima “suona” strano in quanto la zona corrisponde al luogo intorno al Battistero
Paleocristiano di Nocera Superiore2. In sintesi i sindaci delle Università dovevano rispondere al
“giudice di circondario” che risiedeva a Pagani, ben più popolosa a differenza delle altre. Era tenuto a controllare la corretta funzione dei primi cittadini eletti, o decurioni, e di visitare ogni tre mesi i comuni per i dovuti controlli. A differenza di altri sindaci, quello di Pagani era aveva maggiore influenza. Nel 1811 il Circondario di Pagani vantava i seguenti Comuni: Pagani, S. Egidio, Corbara. Archiviato il dominio francese, Ferdinando IV, Re del Regno delle Due Sicilie, ordinò la suddivisione delle provincie, distretti, circondari e comuni tramite due decreti: il primo formato da undici articoli e il secondo in due, entrambi firmati il giorno 1 maggio 1816; pubblicati il 29 dello stesso mese e resi esecutivi dall’1 gennaio 1817. Tra i capoluoghi dei circondari venne riconfermato anche Pagani e tra i vecchi comuni che continuarono da essere parte, fece il suo “ingresso” anche il piccolo centro di S. Lorenzo ponendosi dipendente da S. Egidio.
Il Circondario di Pagani suddiviso in comuni e numero di popolazione nel 1816
(notizie estratte dalla composizione del Regno delle Due Sicilie per ordine di Ferdinando IV)
Pagani Abitanti: 9.469. Totale complessivo 13.215. S. Egidio S. Lorenzo Abitanti: 2443
(S. Egidio: 1.501 e S. Lorenzo: 942). Corbara Abitanti: 1.303
Per quanto riguarda l’attuale Orta Loreto, il toponimo non esisteva ancora ma era presente la chiesa diruta di S. Maria di Loreto e la traversa detta di “Quarto” (attivata prima del 1827 si originava dalla Strada Regia, oggi Strada Statale 18, inoltrandosi in direzione S. Marzano, S. Valentino e Sarno). Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie stava per capitolare e scomparire dalla geopolitica della Penisola italiana, cosa che avvenne dopo i plebisciti di annessione dell’ottobre ’60 e la fine dello Stato durante le Elezioni per il nuovo Parlamento Italiano. In quella circostanza il Re d’Italia,
Vittorio Emanuele II, decretò il 17 dicembre 1860 la nuova Tabella di circoscrizione dei Collegi
elettorali. S. Egidio e Corbara, seppur parte del Circondario di Pagani, furono inseriti nell’Ufficio
principale del Collegio di Angri; Pagani in quello di Nocera Inferiore. Una data importante la
troviamo il 4 gennaio 1863, giorno di aggiunta “del Monte Albino” a S. Egidio. Nonostante la
nuova associazione al classico nome, nulla cambiava sul piano circondariale e mandamentale ma
qualche novità lo si vide con la Circoscrizione elettorale del 1880 che la incluse nel Collegio di
Pagani insieme a Corbara. Altre notizie d’interesse le possiamo trovare nel libro de’ comuni del
Regno d’Italia, compilato sopra elementi officiali da Achille Moltedo (pubblicazione 1873), dove
Sant’Egidio del Monte Albino risulta ancora nel mandamento di Pagani. Intanto la zona di Quarto, quella intermezza tra i comuni di Pagani e Angri, non aveva nessuna pertinenza con Sant’Egidio. Lo sostiene un rigetto di un ricorso presentato dal comune di Sarno favorevole allo scioglimento del consorzio per la manutenzione della strada denominata “Quarto”, inoltrante, come oggi, fino alla città sarnese. Tra le varie notizie presenti all’interno della risposta dello Stato, il consorzio fra i comuni di Pagani, San Marzano, San Valentino Jorio e Sarno per la costruzione e per la manutenzione della strada di comunicazione fra loro, detta di Quarto, venne tale consorzio
modificato con Reale Decreto del 19 marzo 1874, includendovi anche i comuni di Angri,
Sant’Egidio del Monte Albino e Corbara, quantunque la strada non tocchi il territorio di questi due ultimi. Tra le notizie riguardati il Mandamento paganese, Siro Corti nel suo Le Provincie d’Italia studiate sotto l’aspetto geografico e storico (Paravia 1888, Vol. 27°, pag. 81; testo dedicato alla Provincia di Salerno), affermava che Pagani era la capitale di mandamento ed era divisa in tre
“frazioni”, inclusa Sant’Egidio del Monte Albino e Corbara. Nel 1888 all’interno del Supplemento
inserzioni alla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, datato 14 gennaio, una “Citazione per pubblici
proclami” riportava un lunghissimo resoconto dell’istanza presentata dal conte di Capaccio Marino Doria del fu principe d’Angri Francesco e coerede legittimario del citato padre tramite l’avvocato Pasquale Rossi di Salerno. Dopo la deliberazione emessa dalla prima Sezione del tribunale di Salerno, il 25 novembre 1881, invitava i debitori delle “decime ed altre prestazioni prediali”, presenti nei vari comuni del Principato, a comparire nella 3a udienza per continuare a versare la decima spettante agli eredi del principe. Tra i territori presenti nella parte settentrionale dell’attuale provincia salernitana, troviamo “Orta”, “Orta via Longa”, e in particolare “Contrada Orto Pagani” . Nell’ultimo decennio ottocentesco la Corte d’Appello di Pagani, soggetta al tribunale di Salerno, comprendeva gli storici comuni dell’ex circondario passato a mandamento10 e nel 1891 il toponimo “Orta-Loreto” si legge in un giornale pubblico nazionale. Difatti nella parte riservata agli appalti del Ministero dei Lavori Pubblici – Direzione Generale delle Opere Idrauliche del Giornale dei lavori pubblici e delle strade ferrate, pubblicato il 4 marzo, si legge che il Municipio di S. Egidio di Monte Albino rese pubblico nella giornata del 7 marzo, un appalto per le Opere e provv. occorr. per la sistemazione della strada consortile vicinale Orta-Loreto, agg. Provv. col ribasso dell’11 % al sig. De Crescenzo Francesco di Costantino, di Sarno. In effetti in alcune carte catastali realizzate a cavallo tra l800 e il secolo successivo, consentono di scoprire i limiti comunali tra Pagani e S. Egidio. La carta disegnata dal geometra Alfonso Leone, concretizzata tra il 1896 e il 1897, mostra le aree di confine intorno a Pagani. Quello con S. Egidio si origina, iniziando dalle pendici dei Lattari, a partire dalla Via Comunale da Tramonti a Nocera Inferiore e prosegue lungo la strada Via Vicinale Monte; passa via Vicinale Cupa e la Via Vicinale Sorvello che viene tagliata dalla Via comunale di Castellammare. Si arriva alla via Comunale Allegretti e poi alla Strada Provinciale delle Calabrie fino alla via Provinciale Quarto dove un’altra via era denominata “dei Macinanti”. All’incrocio un piccolo pezzetto di Via Comunale Orta-Loreto che copre la chiesa di S. Antonio di Padova e si estende fino al limite Pagani-S. Egidio-S. Marzano.
Altri rilevamenti topografici suddivisi in fogli, riportano in dettaglio gli stessi confini con le particelle dei terreni, le abitazioni e altri simboli riconducibili al sistema idrico. Nella prima decade del nuovo secolo Pagani era ancora città-capoluogo mandamentale e verso la fine degli anni venti, precisamente l’anno 1929, Sant’Egidio del Monte Albino smise di essere comune e fu aggregato a quello di Angri. Un altro decreto ministeriale, 7 settembre ’29, dava informazioni sull’istituzione di un separato ufficio di stato civile del Comune di Angri, ubicato nell’ex municipio di Sant’Egidio, per ricevere gli atti di nascita e di morte. infine la giurisdizione spirituale venne affidata alla parrocchia di S. Maria Maddalena in Ancilis, in quel periodo confinante ad est con Pagani mediante l’alveo Nuova Carbonara (nelle pertinenze di Angri era inclusa anche S. Lorenzo, come si riscontra a pagina 124 dall’Annuario Generale del Touring Club Italiano, anno 1932-33). La breve esperienza “angrese” termina nel 1946 attraverso il Decreto Legislativo Luogotenenziale del 29 marzo. Il contenuto, identificato con il n. 189, consentiva la ricostituzione del comune di S. Egidio (G.U. 26 aprile 1946,97) e la regolamentazione dei rapporti patrimoniali e finanziari tra i due municipi, più altre indicazioni riguardante l’organico e il personale dipendente. Nella seconda metà del secolo scorso, precisamente il 1956, viene ricordato l’approvazione dello statuto del Consorzio di miglioramento fondiario «Orta Loreto», con sede nel comune di Sant’Egidio del Monte Albino e 21 ottobre 1968 l’area a nord della Strada Statale n. 19 “Tirrena Inferiore” venne esclusa dalla Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una parte del territorio comunale e dalla Commissione per la tutela delle bellezze naturali della Provincia di Salerno. Le ultime notizie sono note a tutti e in questa storia di terre contese dispiace che prevalga l’incomprensione tra due realtà comunali vicini in tutto; sentimenti odierni nati per colpa dei mancati controlli sul territorio (presumo) che si dovevano fare soprattutto nella prima metà del secolo scorso. La mia ricerca non vuole sostituire atti ufficiali e ricerche storiche di studiosi importanti, ma dare un piccolo contributo sulla vita vissuta istituzionale tra il comune Paganese e quello “sangiliano”; dal distacco con Nocera al periodo circondariale-mandamentale fino alla completa autonomia e all’odierna contesa.