La potenza della cultura supera la paura. E’ il messaggio centrale della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Scampia, periferia simbolo di criminalità che ora lotta per il riscatto.
Il capo dello Stato fa tappa a Napoli dove partecipa prima alla celebrazione degli 800 anni dell’università Federico II e poi all’inaugurazione, proprio a Scampia, di ambulatori e laboratori di ricerca dell’ateneo. Un’iniziativa – plaude il capo dello Stato – che ha trasformato un sito di degrado e speculazione in un presidio prezioso”, “un messaggio che infonde coraggio per sgominare la paura, una condizione – scandisce citando Benedetto Croce – che non costruisce ma distrugge. Soltanto la cultura costruisce”.
Davanti al polo delle professioni sanitarie dell’università viene srotolato un maxi-striscione con la scritta: “Cosa vuole Scampia, presidente? Tutto”. Quando il capo dello Stato arriva, sono le donne del territorio a prendersi la scena: “Presidente, Scampia non è solo Gomorra”, gridano. Ad accompagnarlo ci sono il rettore Matteo Lorito, il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Mattarella risponde con un cenno della mano ai saluti dei cittadini affacciati da finestre e balconi dei palazzi vicini e si intrattiene con il maestro Lello Esposito, autore di una statua in bronzo che raffigura Federico II svelata per l’occasione. Mentre il comitato Vele di Scampia, “che da quarant’anni lotta per la dignità dei suoi abitanti”, gli chiede un incontro “per scrivere assieme un capitolo veramente nuovo per il quartiere”.
La giornata napoletana del presidente della Repubblica inizia con la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’università quasi millenaria. Al suo ingresso, Andrea Bocelli canta l’inno nazionale, poi si avvicendano gli interventi del rettore, della ministra Bernini, e anche di Fatima Mahdiyar, una giovane scappata dal regime dei talebani che ora studia qui. Altri studenti, con lo slogan “Palestina libera, Intifada”, al termine dell’inaugurazione tentano un blitz ma vengono bloccati dalle forze dell’ordine.
Il capo dello Stato, durante il suo saluto, non affronta apertamente il tema della guerra in Medio Oriente ma parla diffusamente dei principi che sono alla base della pace, dell’importanza del dialogo in una stagione in cui “le guerre riprendono ad insanguinare” diverse parti del mondo. “L’Europa – sostiene – non è solo uno spazio geografico. E’ di più, è cultura comune, valori, campi di consonanza ideale, principi di libertà, diritto, di rispetto di ogni singola persona. E’ quello che ha consentito lo straordinario fenomeno di integrazione, della promessa di pace. In questa stagione, in cui le guerre riprendono a insanguinare” varie parti del mondo. Mattarella definisce “esemplare” la testimonianza di Fatima spiegando che “studiare per inserirsi in un paese diverso con una lingua diversa dimostra la volontà di cultura” che “supera ogni difficoltà”.
Quindi, il presidente della Repubblica ringrazia le università italiane, centrali nella diffusione della cultura, e saluta calorosamente gli studenti “ricchezza prima e fondante” degli atenei. Nello stesso contesto, Mattarella affronta anche il tema delle case per i fuori sede. Dopo aver ringraziato la ministra Bernini per aver parlato di “quanto realizzato e quanto in corso di attuazione per gli alloggi”, la definisce una “questione di primaria importanza”. E, rifacendosi al precedente intervento di un professore che “ha ricordato come Federico II disponeva alloggi a prezzi calmierati per gli studenti”, chiosa: “Non c’è dubbio che anche su questo tema, come sempre, abbiamo molto da apprendere dal passato”.