Chi è “il bravo ragazzo” se non l’ennesima etichetta di una società che non va oltre l’apparenza? In questo caso chi è il “bravo ragazzo” se non colui che si adegua ai modelli dominanti di una società? Quei modelli che restringono la donna in ruoli sociali ben definiti, la brava madre, la brava moglie e la brava figlia.
L’idea, o meglio lo stereotipo, che la donna sia una proprietà e non possa aspirare all’emancipazione e alla libertà permea la nostra cultura e si trasmette quotidianamente attraverso numerosi divieti e ostacoli. Le violenze contro le donne possono assumere diverse forme, oltre al “femminicidio”, le violenze psicologiche precedono spesso quelle fisiche. È fondamentale avere gli strumenti per difendersi e riconoscerle, poiché il primo luogo in cui queste violenze si verificano è all’interno dei contesti familiari.
Dobbiamo sfidare questi modelli attraverso l’educazione e l’empowerment delle donne, incoraggiandole ad avere autostima e consapevolezza del proprio valore e a perseguire i propri sogni e ambizioni. Perché Giulia non avrebbe dovuto laurearsi?
Inoltre, è essenziale coinvolgere gli uomini come alleati nella lotta per l’uguaglianza di genere. L’uguaglianza e il rispetto reciproco sono valori fondamentali per una società equa e prospera. Insieme, dobbiamo creare un futuro in cui tutti possano vivere liberi dalla discriminazione di genere e dove ciascuna persona possa esprimere se stessa senza limitazioni imposte dalla società. Ecco perché non vogliamo “bravi ragazzi”.
Mariarosaria Vitiello
Docente di Matematica e Fisica
Delegata nazionale alla conferenza delle donne democratiche