“E come si può arrivare ad avere il sangue nelle mani cominciando dallo scherzare” (Tentazione! Verga)
Le donne spesso vittime incoscienti del loro stesso destino, oggi ancora inermi davanti all’amore che uccide, che si ritrova il sangue nelle mani. Il trascorrere inesorabile del tempo, l’avanzare del progresso, l’emancipazione femminile e le conquiste delle donne che sono state capaci di imprimere svolte epocali anche all’ordinamento giuridico, e penso a Franca Viola, vittima di stupro che rifiutò il matrimonio riparatore, non sono ancora sufficienti per fermare la furia incontrollata di chi oggi padre, marito, compagno, fratello ancora uccide. La morte è come un’estrema dimostrazione di potere di controllo sulla propria donna, moglie madre, sorella che ha un’unica colpa, l’aver amato troppo, e per troppo tempo aver rivolto gli occhi verso il basso e non verso il cielo. Oggi come nell’antichità la donna che si ribella diventa esempio e la donna che sopravvive diventa simbolo, oggi più di ieri serve discutere, informare e formare una nuova consapevolezza sulle donne senza il rischio di cadere nella sterile retorica del 25 novembre. “Ma siedi e taci, e obbedisci alle mie parole, non ti saranno di aiuto quanti sono gli dèi sull’Olimpo, qualora ti venga vicino e gettassi su di te le mani invicibili” (Iliade I, 565-567)