L’approvazione definitiva del PUMS e del PUT, sulla base di uno standard europeo e il cui logo indica un pedone, un ciclista e un mezzo pubblico, ci trova soddisfatti specialmente per l’attenzione dedicata alla costruzione di una RETE CICLABILE che colleghi il centro alle periferie, confermando la DORSALE DI PISTA già prevista dal precedente PUM e dal PUC, ma integrandola con percorsi periferici da noi proposti per favorire gli spostamenti in bici verso il polo scolastico di via Napoli – Cicalesi e l’avvicinamento a Piedimonte e viale San Francesco passando per la zona Arenula.
Il piano dà l’input all’attivazione dell’iter del PEBA per abbattere le barriere architettoniche a tutela di persone disabili, anziani e bambini. Favorisce il PEDIBUS e il BIKE TO SCHOOL per gli studenti, il bike to work per i lavoratori e tutti gli spostamenti in bicicletta anche verso uffici, bar e negozi per renderla sempre più un veicolo di trasporto e non solo ludico.
Gran parte dei ciclisti sono disciplinati, non come alcuni ragazzini che sfrecciano sulle bici elettriche truccate.
E’ prevista l’estensione della ZTL e una città ricca di ZONE30 che nel complesso formano aree a preferenza ciclabile, sull’esempio di “Bologna città30” e altre realtà dove gli incidenti si sono drasticamente ridotti.
In tali ambiti, compreso il centro, è possibile integrare qualche strada con una corsia ciclabile detta BIKE LANE per tutelare e incentivare BICI e MONOPATTINI offrendo maggiore sicurezza ed evitando di impantanarsi tra le automobili.
Inoltre si può concedere in qualche tratto stradale il DOPPIO SENSO CICLABILE.
Fondamentale per la sosta delle biciclette l’installazione di RASTRELLIERE e VELOSTAZIONI, in particolare quella presso l’area della stazione FS centrale.
Riguardo la questione dei DOSSI va detto che essi non vanno confusi con gli ATTRAVERSAMENTI RIALZATI.
Il piano suggerisce i CUSCINI BERLINESI che frenano le auto senza arrecare disturbo a bici, bus e mezzi di soccorso.
Avremmo preferito non fosse eliminata la PISTA CICLABILE prevista sul ponte di via DODECAPOLI ETRUSCA che era prevista nel piano adottato, ma ci riserviamo di suggerire correttivi dato che il pums prevede un iter di MONITORAGGIO con cadenza biennale per valutare l’efficacia delle azioni messe in campo.
La critica alla prosecuzione della PISTA CICLABILE su via REA, in relazione al restringimento della carreggiata in zona semaforica, è sbagliata perché, al contrario, gli INQUINANTI si RIDUCONO proprio dando più spazio a bici e monopattini, oltre che ai bus, rompendo il monopolio delle corsie solo per le automobili.
In ogni caso va SPENTO il motore delle auto durante l’attesa con semaforo rosso.
Se le AUTO DIMINUISCONO anche la FLUIDITA’ ne beneficia. Il piano non si limita a rotatorie e nuove strade che comunque prevedono PISTE CICLABILI adiacenti: sul binario dismesso e tronco via Napoli-via De Curtis.
La MOBILITA’ ATTIVA e I MEZZI ALTERNATIVI, l’INTERMODALITA’ sono la svolta in chiave ecologica, di riduzione delle code di traffico e dei tempi di percorrenza, con gli spazi urbani restituiti come luoghi di relazione umana.
Urge EVITARE LA POLEMICA del “centro contro la periferia”: sulle vie di collegamento c’è un chiaro abuso dell’automobile per coprire distanze brevi di 1 o 2km appena, non è tutto traffico di attraversamento da un comune all’altro.
L’impostazione dei PARCHEGGI DI INTERSCAMBIO va concretizzata coerentemente, perciò via Canale come altre aree invasive nel centro dovrebbero avere una destinazione d’uso per residenti e lavoratori (con pass per la ZTL).
Il servizio di TRASPORTO URBANO è bene si metta rapidamente in campo, anche se dal Pums emerge l’esigenza di reperire fondi dalle tariffe della sosta auto per garantire una cadenza di corse che incida sulla quota modale.
La METROPOLITANA cittadina su due linee sarebbe ottima se funzionante.
Per un PIANO MOBILITA’ COMPRENSORIALE bisogna poi rimandare al MASTERPLAN dell’Agro nocerino-sarnese, nel quale è importante trovino spazio il tema del TRASPORTO PUBBLICO intercomunale e del BICIPLAN anche considerando le potenzialità inespresse del cicloturismo nelle nostre zone.