“Quante volte mi sono domandato se legarsi ad una massa era possibile quando non si era mai voluto bene a nessuno.”
Questo scriveva Antonio Gramsci a proposito di se stesso e delle masse, ma non contento continuava in modo ancora più realistico: “Poche mani, non sorvegliate da controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa.”
Non sono una tipa che fa molta vita mondana, non amo più la confusione e i luoghi affollati, ma ovviamente noto che in tanti si riversano nelle piazze in occasione dei concerti, delle feste, delle sagre e delle manifestazioni canore gratuite del nostro territorio.
Ad esempio l’evento Nostalgia ’90, prima a Nocera Superiore e poi di recente a Nocera Inferiore ha fatto registrare numeri vertiginosi di persone provenienti da Comuni anche distanti dalle mete di destinazione.
A vedere Franco Ricciardi, cantante neomelodico napoletano, tantissimi Cavesi, Paganesi e Salernitani, una fiumana di gente entusiasta e grata al sindaco e all’ assessore di riferimento, e confesso la mia ignoranza, neppure sapevo chi fosse quest’artista.
Anche in occasione degli ormai celebri aperitivi delle Vigilie migliaia di persone hanno riempito Piazza del Corso, per fare un esempio eclatante, e di sicuro ci sarà il sold out sabato prossimo per il bravissimo Daniele Silvestri in Piazza a Nocera.
Perché tutte queste persone si riversano nelle piazze in occasione dei suddetti appuntamenti?
Ho provato a darne qualche spiegazione.
Il primo aspetto che ho evidenziato, anche chiedendo a chi fa più vita mondana della sottoscritta e non se ne perde uno di codesti eventi festaioli, è la voglia incontrollata e furibonda di divertimento e di svago mentale.
Uscire dopo le chiusure e le restrizioni della pandemia, la paura dei contagi ormai un lontano ricordo, è divenuto salvifico per taluni e fonte di rinascita per talaltri.
Inoltre questi eventi sono gratuiti in linea di massima, salvo naturalmente la volontà di consumare sul posto cibo e bevande, e con la crisi economica che stiamo vivendo, diventa ancora più appetibile uscire, cantare, ballare e ritrovarsi.
In ultima analisi ho appurato che le persone, sottoposte a tante fonti di stress, ansie, preoccupazioni, sono stufe di restare in casa e piangersi addosso: quindi uniscono l’utile al dilettevole, l’evento gratuito alle risate spensierate di un tempo, ricordando, perché no, gli anni migliori della propria vita, la beata gioventù che ormai non c’è più.
Che ben vengano allora i Luna Park improvvisati e i concerti organizzati: non abbiamo molto altro da offrire ai nostri giovani (e meno giovani), anche se una capatina al teatro, al museo, al cinema, alle città d’arte non sarebbe da scartare e potrebbe essere promossa anch’essa da sconti e sovvenzioni statali e/o privati.
Annalisa Capaldo