Ponte di Santa Croce, la querelle resta irrisolta e ora il comune, intimato dal TAR di Salerno, dovrà pagare anche le spese di giudizio: il punto del consigliere comunale e capogruppo in consiglio per Fratelli d’Italia Giuseppe Odoroso e della consigliera Rosa Giordano.
«La questione che riguarda il Ponte di Santa Croce, tra le due Nocera, è ancora in uno stato di impasse. Ormai dal 2021 la struttura è in una situazione precaria tant’è che il comune con un’ordinanza emessa nel luglio di quell’anno ne limitò il transito ai mezzi più pesanti: un intervento necessario ma non sufficiente, anche perché, da allora, tutto è finito nelle aule dei tribunali con conseguenze in termini di esborsi economici per l’Ente. La Beton Cave Srl, che logisticamente subisce i maggiori danni economici non potendo
utilizzare in toto il ponte, ha presentato ricorso contro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e nei confronti del comune di Nocera Inferiore e della società SPN , Salerno Pompei Napoli, che gestisce l’autostrada A3 posta al di sotto del cavalcavia con l’obiettivo di ripristinare, per quanto possibile, lo status quo. Da allora questa amministrazione ha mostrato la sua consueta noncuranza: dal tavolo tecnico svoltosi in prefettura nell’ottobre 2022 in cui si giunse alla conclusione che l’Ente avrebbe dovuto presentare formale istanza al Ministero per coinvolgerlo nell’esecuzione dell’intervento con annessa urgente convocazione di una conferenza di servizi non è stato fatto assolutamente nulla. L’inerzia del comune è stata osservata anche dal Tar, tant’è che nel dicembre del 2022 Beton Cave ha inviato al Ministero ulteriore richiesta per la conferenza di servizi: anche in quel caso nulla ha smosso l’amministrazione. Veniamo così
all’ottobre del 2023 nonostante il progetto di fattibilità tecnica del Ministero, ancora nessuna conferenza di servizi è stata indetta. Il Tar ha quindi nominato il prefetto di Salerno quale commissario ad acta che dovrebbe provvedere nell’ipotesi di ulteriore inadempienza dell’amministrazione comunale che ha l’obbligo di concludere il procedimento amministrativo. Come se non bastasse il comune è stato condannato al pagamento delle spese di giudizio. Stupiscono questi ritardi e questi solleciti visto che l’amministrazione vanta progetti portati avanti, millantando velocità di esecuzione quando invece tutto è permeato di
superficialità. È già capitato, ad esempio, con la nomina del dirigente del settore territorio e ambiente e sta capitando ancora con gli innumerevoli ricorsi promossi da privati ed enti e, puntualmente, persi. Questa amministrazione deve comprendere che ignorare un problema non lo fa certo sparire. Questa amministrazione deve prendere atto che per governare una città bisogna prestare attenzione senza sosta a tutte le criticità».
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