Inverno di speranza per i traguardi raggiunti e quelli futuri di una donna mai paga.
Inverno di paure taciute e di coraggio sfrenato.
Inverno di sogni e di preghiere, di legami indissolubili e feste segrete di matrimoni, compleanni, viaggi e anime liete che al doman non si arrendono.
Inverno di risate puerili, insensate e piene d’amore, profumo di bimbi e giovani che si affacciano alla vita,
Inverno di fuoco rosso come il cuore che palpita e caldo come il legno scoppiettante del camino, fragrante come la minestra fumante che rinfranca le membra.
Inverno di salvezza per chi salvo non è mai stato e vive come se domani fosse l’ ultimo giorno della propria esistenza.
Inverno emozionante come una partita vinta all’ ultimo secondo, come un grido smorzato in gola, un urlo assordante senza voce.
Inverno di speranza, privo di gente meschina e schivo come un ghiro che nasconde la propria ghianda nella tana, ovattato come un fiocco di neve che si posa sul terreno.
Annalisa Capaldo