Aveva quasi 80 anni ma il mito, in effetti, non ha età. Gigi Riva, il più grande centravanti italiano al pari di Piola, ha segnato la generazione di chi credeva in un calcio diverso. Lui, lombardo che in Sardegna trovò la vera patria, vinse tanto: lo scudetto incredibile del Cagliari 1970, la classifica dei cannonieri, gli Europei del 1968 oltre al titolo di vice campione del mondo del 1970 e il significativo titolo di campione del mondo da capo delegazione azzurra nel 2006. Vinse tanto e rifiutò i ripetuti corteggiameni di Juve, Inter e Milan. Vinse tanto e soffrì atroci dolori, infortuni gravi che ne accorciarono la carriera. C’è un ricordo particolare che lo lega a Nocera e alla Nocerina. Nella primavera del 1971 – era l’8 aprile- con lo scudetto ancora sulle maglie, il Cagliari campione d’Italia di Scopigno (ma anche di Nenè, Albertosi, Domenghini, Niccolai, Gori, Cera e Greatti) fu osannato dai nocerini. Una giornata indimenticabile per la città che portò Riva in trionfo e a pranzo, trovando ogni occasione buona per scattare una foto con Rombo di Tuono. Quel giorno si metteva la prima pietra al San Francesco versione moderna. La Nocerina giocava in D, diversi senatori disertarono per protesta stipendi. La Nocerina al cospetto di Riva riuscì comunque a fare dignitosa figura pur incassando parecchi gol. Roberto Chiancone era un ragazzino. L’esperto De Menia faceva da allenatore-giocatore assieme a Magi. Riuscirono a battersi con onore il futuro medico e parlamentare Rizzo e il sianese Marchese (zio dell’attuale sindaco di Siano), Parmeggiani, Scarpa, Sica, Franciois, Esposito, Scarpa. Finì 6-2. Per la Nocerina segnò il futuro architetto e vice sindaco socialista Franco Peta (nella foto d’oggi), così bravo da prendersi gli elogi da Scopigno. Addio Riva e grazie di quel ricordo tutto nocerino.