In riferimento all’udienza alla Corte dei Conti – Sezione regionale di
controllo per la Campania – tenutasi questa mattina in ordine al
controllo nel giudizio avente ad oggetto il monitoraggio – ai sensi
dell’art 243 quater, D.lgs. n. 267/2000 (TUEL) – del piano di
riequilibrio del Comune di Scafati (Sa), al fine di misurare il
raggiungimento degli obiettivi intermedi previsti nel PRFP, il sindaco
Pasquale Aliberti dichiara quanto segue:
“Abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra rispetto alle criticità
che ci sono state sottolineate dalla Corte dei Conti per il triennio
2021-2023, spiegando per alcune di esse che si trattava di errori
formali. Alla nostra gestione non viene imputato assolutamente nulla ma
ci sono alcuni punti difficili da chiarire, rispetto a chi ci ha
preceduto e che è andato lì per firmare un Piano di Riequilibrio che
prevedeva la vendita del patrimonio e un aumento delle entrate
tributarie sulle quali non è stato concretizzato nulla. I punti da
discutere, infatti, restano la vendita delle Farmacie (bisogna chiudere
assolutamente il contenzioso per passare poi alla valorizzazione
eventualmente e alla vendita delle stesse) e quella di un patrimonio
che non è vendibile come lo Stadio Comunale o palazzetto dello sport
“PalaMangano”. Altro argomento importante è sicuramente
l’incasso sui tributi e i debiti fuori bilancio che bisogna
assolutamente riconoscere e che in questi anni non sono stati mai
portati in consiglio comunale. A nostro vantaggio abbiamo, invece, la
vendita dei lotti del Piano di Insediamento Produttivo che è in
itinere e che dovrebbe portarci ad un incasso, entro quest’anno di
almeno 4,5 milioni di euro, il recupero delle somme del FUA non versate
dagli altri comuni quando eravamo comune capofila, l’incasso sugli
oneri di urbanizzazione, il risparmio di oltre 500 mila euro grazie al
40% dei corpi illuminanti a LED e all’investimento che abbiamo
fatto, l’esternalizzazione delle tre strutture sportive che non ci
comporterà più manutenzione ordinaria e straordinaria, i nicchiai
cimiteriali sui quali bisogna accelerare nella vendita, quelli
realizzati e mai venduti e quelli che dobbiamo mettere in piedi.
In questi anni l’unica manovra che è stata messa in campo per il
rientro dal debito è stata semplicemente il risparmio sulla spesa
corrente del personale che ha creato anche notevoli disservizi. Avevamo
240 dipendenti con una spesa corrente di oltre 10 milioni di euro, ne
abbiamo ritrovati 110 con un risparmio annuale di circa 5,5 milioni di
euro…
Resto positivo soprattutto per aver esposto le attività ultime che
abbiamo messo in campo compreso il riconoscimento dei debiti fuori
bilancio, il rafforzamento dell’ufficio legale e l’attività che
abbiamo svolto sui tributi con l’individuazione di quelle famiglie e di
quelle aziende che non erano iscritte neanche nella banca dati per il
pagamento della Tari (siamo riusciti a recuperare, con una sola unità
lavorativa, addirittura 1 milione di euro sul Tari). Resto positivo sul
risanamento del Comune soprattutto alla luce di una visione e di una
strategia che naturalmente cambia questo piano di equilibrio, obsoleto
sotto molti aspetti rispetto agli impegni assunti e non più attuale
alla luce della visione e delle potenzialità di cui abbiamo parlato
alla Corte dei Conti”.