Ho voluto, fortemente voluto candidarmi a sindaco perché sentivo di dover lasciare un ricordo positivo nei cuori di chi mi ha dimostrato affetto in questi anni e di chi ancora oggi prova odio verso la mia persona.
In questi sei mesi ho annientato l’uomo, per dedicarmi con cuore e passione alla Città che amo, Scafati, per farla rinascere con opere pubbliche materiali e immateriali che arriveranno a compimento entro quest’anno.
In questi giorni ho lavorato per costruire un documento di programmazione DUP delle cose che bisogna realizzare nei prossimi anni pur con un bilancio ‘restrittivo’ che mai mi ha lasciato dire “…abbiamo ereditato”… sì, perché sono sempre stato un ‘Uomo del fare’.
Pensavo che questa mio desiderio potesse essere anche un processo di guarigione: il sindacato, il grande risultato alle elezioni Provinciali e l’attestato di stima del mio partito con la nomina a Presidente di Forza Italia della provincia di Salerno in soli sei mesi….
Non avevo bisogno di un riscatto ma di ripartire per ritornare a vivere o come dice un mio amico “…per giocare il secondo tempo della mia vita”. Per non restare in sospeso o con un rimorso.
Ho bisogno di serenità, di vicinanza, di condivisione. Non dell’odio di qualcuno che ancora mi riporta indietro negli anni, non ho bisogno di chi alza la voce ma di chi, anche nel confronto, mi sussurra serenità all’orecchio. Ho bisogno di sguardi silenziosi, di parole amichevoli davanti ad un caffè, di chi accetta il mio essere ‘umano’ con le sue fragilità. Un Uomo che ha imparato a piangere in silenzio e a rialzarsi con il sorriso sulle labbra.
Mi ero illuso. Non è colpa di nessuno se davanti alla critica non ho trovato spesso la giustezza di chi dovrebbe difendermi solo per le mattinate, i pomeriggi, le sere e le notti che trascorro a lavoro per la nostra Scafati.
Non si possono dare risposte ad ognuno ma credo di aver tracciato una strada che ci renderà orgogliosi di essere scafatesi per quello che abbiamo realizzato ma soprattutto per quello che abbiamo programmato e pianificato per i prossimi due anni.
In sei mesi ho cercato di essere il Sindaco di TUTTI, così come avevo promesso, di costruire ponti e di abbattere muri. Ne avevo bisogno io, ne ha bisogno Scafati… questo al di là di Pasquale Aliberti.
Non cerco di elemosinare una maggioranza per galleggiare perché non servirebbe alla Città. Anche perché siamo davanti ad una classe dirigente capace di capire il senso di questo mio sindacato e del mio agire, nonostante gli errori che si possono commettere nella gestione delle relazioni umane.
Porto con me, nei momenti bui, le carezze affettuose di persone conosciute o meno, il sorriso di giovani e bambini che, nonostante tutto, hanno il piacere di un abbraccio e che come me hanno un sogno da realizzare insieme. Quelli che ogni giorno da vicino o con un messaggio mi sussurrano “GRAZIE SINDACO PER QUELLO CHE STATE FACENDO”. Restano loro la mia gioia più grande e il senso del mio impegno in politica al di là se continuerò ad essere orgogliosamente il Primo Cittadino di Scafati.