Dieci le persone iscritte nel registro degli indagati: arresti domiciliari per Domenico Zeno, Vincenzo Bove, Massimo Sileo, Carmine Del Regno, Vincenzo Casciello e Antonio Libretti. Divieto di dimora in Campania per Mariarosaria D’Auria, Michelina Del Basso, Elisabetta Del Regno e Donato Pasqualucci.
Le accuse contestate, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, favoreggiamento, evasione, truffa ai danni dello Stato e violazioni al codice antimafia.
Così come ricostruito dalla Procura di Salerno – guidata da Giuseppe Borrelli -, gli indagati (con il supporto dei commercialisti Antonio Libretti e Donato Pasqualucci) avrebbero “intestato fittiziamente a soggetti terzi compiacenti 11 attività commerciali operanti nel settore della ristorazione, dei bar e dei supermercati”, alcune delle quali in quartieri storici e di pregio di Roma e Salerno, “al fine di eludere l’applicazione della normativa in materia di misure di prevenzione patrimoniali nonché agevolare la commissione del reato di riciclaggio”.
L’obiettivo, secondo i pm, era nascondere la reale proprietà di fiorenti attività economiche per sottrarsi alla giustizia e continuare a realizzare ingenti profitti.