Tra tante polemiche, a Geolier non è riuscito di entrare nell’albo d’oro napoletano dei primi classificati al festival di Sanremo. Il primo successo campano risale al 1955: vinse Tullio Pane, seconda voce di Claudio Villa, con “Buongiorno Tristezza”.
Il secondo nel 1957, quando Nunzio Gallo, in coppia da seconda voce sempre con il Reuccio (assieme nella foto copertina di questo articolo), vinse cantando “Corde della mia chitarra”: Nunzio oggi vive attraverso i successi televisi e teatrali dei figli Massimiliano e Gianfranco.
Per il secondo successo nostrano, bisogna arrivare fino al 1973: primo posto per Peppino Di Capri con “Un grande amore e niente più” (scritta da Franco Califano). Nel 1988 Massimo Ranieri sbaraglia tutto e tutti con “Perdere l’amore”. Il 2000 fu anno di gloria per la Piccola Orchestra Avion Travel, guidata dal fratello d’arte Peppe Servillo con “Sentimento”.
Il successo di Geolier avrebbe portato una novità in più: il primo napoletano che canta in dialetto partenopeo. Intanto il giovanotto raggiunge nell’albo dei secondi posti nostrani i seguenti artisti campani: Sergio Bruni, secondo nel 1962 assieme a Milva con “Tango Italiano”, Peppino Gagliardi, nel 1972 con” Come le viole” e nel 1973 con “Come un ragazzino”, Enzo Malepasso, nel 1980 con “Ti voglio bene”. La curiosità e la vecchiaia ci spinge anche a prendere nota dei terzi posti campani nella storia: 1962 ancora Sergio Bruni, stavolta con Ernesto Bonino, in “Gondolì gondolà”, Santo California 1977 con “Monica”, Sal da Vinci 2009 con “Non riesco a farti innamorare”,