Il 52% degli adolescenti ha subìto almeno una volta comportamenti violenti in coppia. Dati preoccupanti quelli rilevati dall’indagine “Le ragazze stanno bene?” pubblicata da Save The Children, in collaborazione con Ipsos, che analizza la violenza di genere nelle fasce d’età più giovani. La gelosia come segno d’amore – per il 31% del campione – è il primo campanello d’allarme ignorato, un dato che si incrocia con l’indagine di Skuola.net sullo stesso tema, che ha rilevato che solo il 22% del campione ha interpretato una manifestazione ossessiva (controllo delle password, chiamate insistenti) come un possibile campanello d’allarme riguardo la tossicità della relazione.
Il momento più complesso è quello dell’apertura: solo 7 su 10 ragazze si confidano sulle difficoltà della propria relazione, e il 48% con le amiche, ma il dato più allarmante è quello che riguarda la ricerca di un confronto con i genitori o le autorità. È solo una ragazza su 10 a confrontarsi con gli adulti.
«I giovani possono sottovalutare alcuni segnali importanti che possono essere alla base di comportamenti violenti,» affermano le volontarie del Centro Antiviolenza Frida di Cava De’ Tirreni riguardo i dati delle indagini. «E poi c’è la paura nel chiedere aiuto e il timore del dopo, di quello che potrà succedere. Il percorso di fuoriuscita dalla violenza è un percorso tortuoso difficile da intraprendere e da percorrere. Questi alcuni motivi che potrebbero portare i più giovani a non chiedere aiuto.»
Linguaggio violento, ricatti, richieste insistenti di condividere materiale intimo: sono tutti comportamenti che non portano ad un allontanamento immediato, e secondo l’indagine di Skuola.net solo il 19% non ha perdonato una violenza. «Il momento più difficile è quello di rivolgersi a qualcuno per chiedere aiuto, il più delle volte le vittime di violenza non sono consapevoli di essere esse stesse vittime non vedono i campanelli di allarme. Forse sperano che la situazione cambi da sé ma non è così,» aggiungono le volontarie del Centro.
«Non sono moltissime le richieste di aiuto di ragazze molto giovani per il nostro Centro, ma questo non significa che non ci sia una reale necessità,» affermano inoltre. «Noi teniamo molto alle attività di sensibilizzazione svolte sul territorio e precisamente all’interno delle scuole. Lo scopo è parlare con i ragazzi educarli al rispetto del prossimo senza distinzione di genere e dire a loro che ci sono professionisti che possono sostenerli, consigliarli e guidarli.»