Un maxi-risarcimento da 190.000 euro è stato recentemente stabilito dal Tribunale Civile di Torre Annunziata in favore di un lavoratore della Fincantieri che ha contratto una patologia direttamente correlata all’esposizione all’amianto sull’ambiente di lavoro. Un caso in cui la legge è dalla parte della tutela delle persone. Il lavoratore, cittadino di Scafati, si è rivolto ad un avvocato per vedere riconosciuta una malattia dovuta al tipo di lavoro, all’esposizione all’amianto. D fatto, nonostante nel 1992 l’Italia abbia emanato la legge 257, con cui ha messo definitivamente al bando l’amianto, sostanza dannosa che può provocare patologie quali tumore maligno di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli, malattie della pleura e malattie polmonari, danni all’apparato respiratorio e agli organi intratoracici, ogni anno sono circa 1.400 i lavoratori colpiti da malattie asbesto-correlate. Per tutelare questi lavoratori, nel 2008 è stato istituito il fondo Inail per vittime dell’amianto.
La causa, assistita dall’avvocato Domenico Carotenuto- è stata vinta perché si è dimostrato che è mancata informazione da parte del datore di lavoro del pericolo di presenza dell’amianto e della sua pericolosità, mancata adozione delle procedure per evitare l’esposizione ed il contatto diretto con l’elemento e l’assenza di dispositivi di protezione individuali (Dpi) validi per contrastare l’inalazione delle fibre di asbesto
Questo indennizzo, secondo la comune esperienza, per un soggetto ancora in vita, si è attestato su parametri superiori alla media rispetto ad altri casi simili. La decisione potrebbe rappresentare un precedente ma naturalmente, in questo ambito così delicato, le situazioni e le patologie vanno valutate caso per caso.
«Quel che è certo invece – spiega l’avvocato Domenico Carotenuto, che ha assistito il lavoratore nella richiesta di risarcimento per esposizione all’amianto – è che la sentenza invia un chiaro messaggio sul ruolo fondamentale della Giustizia nella tutela dei diritti e della salute dei lavoratori, specialmente in contesti industriali. La Giustizia italiana si è dimostrata attenta e imparziale nella gestione di questa vicenda, offrendo un sostegno significativo nella ricerca di soluzioni giudiziarie e conciliative».
Il lavoratore-ammalato si è rivolto all’avvocato Carotenuto per ricevere consulenza legale riguardo alle implicazioni giuridiche di una patologia contratta in servizio. Il consulente si è avvalso dei pareri e delle relazioni medico-legali del dott. Nicola Maria Giorgio.
Un supporto significativo al caso è stato dato anche dalle associazioni per la salute dei lavoratori, ma il parere medico-legale è stato fondamentale affinché si potessero difendere i diritti del lavoratore. Una volta valutata e analizzata minuziosamente la posizione del dipendente, è stato dimostrato come la malattia fosse imputabile esclusivamente all’esposizione all’amianto.
Quello stabilito dal Tribunale Civile di Torre Annunziata è un risarcimento sicuramente importante, capace di aprire nuove prospettive nella tutela dei lavoratori e delle loro famiglie in questo tipo di contenziosi, che ricadono in una materia giuridica molto delicata.