“E’in atto una campagna di aggressione mirata e di falsificazione che si accompagna sempre all’aggressione politica.
Non possiamo dare spazio a chi adotta uno stile da stracciarola, fatto di volgarità, approssimazione, arroganza e mistificazione. Dobbiamo evitare di dare spazio a questi atteggiamenti: le cose che riguardano la Campania si decidono a Napoli e non a Roma e men che mai nelle stanze del Presidente del Consiglio. Mi è stato riferito che ieri la Presidente del Consiglio si è esibita in una performance con l’adozione di quello stile cui facevo cenno”. Così il presidente della Campania Vincenzo De Luca in una diretta Fb.
De Luca a Meloni, le sagre? Che livello di cialtroneria…
L’affondo della premier Meloni sull’utilizzo dei fondi di Coesione destinati alla Campania in feste e sagre di paese è al centro dell’appuntamento social del venerdì del governatore campano Vincenzo De Luca: “A proposito della campagna di falsificazione in cui sono impegnati soprattutto i giovanotti di Fdi, ma tutta la maggioranza, e a proposito della performance di ieri del premier sulle sagre – ha detto De Luca durante la diretta Fb – mi hanno portato un ritaglio di Repubblica del 25 luglio 2022 in cui si spiegava che il partito di Giorgia Meloni aveva in animo di toccare le principali feste delle Campania in campagna elettorale. In particolare, il segretario regionale del suo partito invitava gli elettori della Meloni ad andare in giro per sagre. Ora, vorrei dire all’onorevole Meloni, che una regione dà i soldi – 10 mila euro, 20 mila euro – ai Comuni e alle proloco che poi organizzano la sagra: ma ci si può ridurre da Presidente del Consiglio a questi livelli di volgarità e cialtroneria?”.
De Luca, le uniche offese sono venute da Meloni
“L’unico che ha offeso con dichiarazioni insultanti è stato il premier, negli atti pubblici, non nelle stupidaggini rubate che in un paese civile non contano nulla”. Così il governatore campano Vincenzo De Luca torna sulle polemiche per le dichiarazioni di Giorgia Meloni sulla manifestazione promossa a Roma da Regione e Anci venerdì scorso, con il commento-insulto finale del governatore alla premier. “Dire a centinaia di sindaci ‘andate a lavorare’, con toni di razzismo intollerabile. Il premier avrebbe dovuto chiedere scusa ai sindaci che rappresentano milioni di cittadini, non perché nominati come avviene in Parlamento ma in quanto eletti direttamente. Dovrebbe scusarsi anche chi dice ‘me ne frego’ a qualche presidente di Regione. Abbiamo conosciuto la sottocultura del ‘me ne frego’, sarebbe consigliabile per il premier uscire da quella temperie sottoculturale. Qualche anno fa il premier guidava allegramente in via del Corso un corteo contro le vaccinazioni covid. Ricordo le sparate demagogiche sull’abolizione delle accise, il numero chiuso a medicina, si prometteva tutto a tutti. Quel tempo dovrebbe essere concluso”.
De Luca a Meloni, “accetti confronto pubblico e non scappi”
“Visto che il presidente del Consiglio mi ha tirato in ballo la ringrazio per l’attenzione perché mi sta facendo diventare l’antagonista principe del governo, ma io sono un modesto artigiano della politica mica come lei che è formidabile. Ora visto che mi tira in ballo, vorrei proporre un dibattito pubblico al premier, mi dia questa consolazione: o mi lascia in pace o facciamo un dibattito pubblico. Non scappate, non fate i conigli”. Il governatore campano Vincenzo De Luca affida all’appuntamento social del venerdì la replica alle accuse lanciate ieri dal premier Meloni sull’utilizzo dei fondi di coesione da parte della Campania per finanziare sagre ed appuntamenti di poco rilievo come “la festa del caciocavallo”. “E’ in atto – dice il governatore – una campagna di falsificazione perché hanno valutato che De Luca è uno che non si piega e non si vende e dunque andava colpito. Hanno valutato pure che l’esperienza di governo della Campania è di avanguardia ma ovviamente questo dà un qualche fastidio perché l’esperienza di governo della Campania sfugge dall’immagine del Sud cialtrone e inefficiente. Siamo la regione che ha accettato la sfida dei risultati amministrativi, della trasparenza e dell’efficienza”.
De Luca, sgangherata performance Meloni, ecco i veri dati
Nella sua diretta social del venerdì il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca torna sulla questione della capacità di spesa e dell’utilizzo dei fondi, dopo le critiche fatte ieri dalla premier Meloni a Porta a Porta. E rivolge una stoccata al Governo in merito ai dati sul Pnrr, con la spesa rendicontata di alcuni ministeri a percentuali di una sola cifra, “eccezionale il ministero della cultura con ben il 3,40 per cento”. La “sgangherata performance del presidente del Consiglio si basava su ‘avete miliardi a disposizione non spesi e chiedete altri soldi’. Non ha capito, onorevole Meloni. A parte che chi spende sono per l’80-90 per cento i comuni, cui si aggiungono grandi aziende pubbliche come Anas e Fs che rendicontano autonomamente, per il 2014-2020 sui fondi di sviluppo e coesione i nostri impegni di spesa sono all’86,94%, i pagamenti al 50,67%, il costo realizzato quasi il 60 per cento. La Calabria è una regione sorella, siamo felici che venerdì scorso abbia firmato l’accordo per i fondi di coesione pur avendo dati su pagamenti e impegni di spesa inferiori ai nostri. Tutta questa manfrina sui dati è solo una finzione, dimostra che è in atto un attacco politico discriminatorio verso qualcuno”. De Luca ripete che in assenza dei nuovi fondi di sviluppo e coesione “sono a rischio 12mila posti nel comparto spettacolo e audiovisivo, che non può fare programmazione. E 200 Comuni rischiano il dissesto se la Regione non copre con risorse proprie le opere non completate entro il dicembre scorso. Senza quei fondi non si possono fare le strade, gli interventi nei Campi Flegrei, quelli per i beni culturali”.