Dopo gli anni della messa in sicurezza del sito di Pompei nell’ambito del Grande Progetto, siamo ora in una fase nella quale dobbiamo navigare verso nuovi orizzonti: abbiamo messo alla base del nostro lavoro in questo senso un approccio di urbanistica, applicata a una città archeologica. Una specie di rigenerazione archeo-urbanistica che allarga lo sguardo dagli aspetti prettamente archeologici e conservativi a una visione urbana e socio-culturale: i servizi per il pubblico e per le funzioni tecniche e della sicurezza, i grandi poli espositivi che stiamo realizzando a San Paolino e alla Palestra Grande, i nuovi depositi di Porta Nola, Stabia e Torre Annunziata, i trasporti con navetta tra i siti e l’accessibilità, la valorizzazione delle aree verdi e dell’agricoltura archeologica e la sostenibilità, la ristorazione e le aree e i laboratori per bambini con il nostro Children Museum. In breve, pensiamo a Pompei come a una città contemporanea, solo che è rimasta pressoché immutata da 2000 anni e si compone di una cittadinanza mondiale di viaggiatori che vengono ogni giorno da tutti i continenti. Anzi, pensiamo alle due Pompei, quella antica e quella moderna, e anche a Scafati, Torre Annunziata, Boscoreale, Castellammare di Stabia, Terzigno, Lettere, Poggiomarino e a tutto il territorio, come un’unica realtà dal punto di vista archeologico e urbanistico. Se il parco archeologico va sempre più verso un approccio urbanistico in termini di servizi e pianificazione dei lavori, i comuni della Buffer Zone possono essere concepiti come parte integrante di un grande parco archeologico diffuso, con tante presenze archeologiche sui loro territori. Come la città antica era parte di un paesaggio culturale, anche oggi non ci dovrebbero essere confini rigidi tra dentro e fuori.Ho in questi giorni aggiornato il ministro Sangiuliano, che ringrazio per il sostegno e l’ascolto continuo, sulla progettualità in campo che si inserisce in questa grande rigenerazione archeologica e urbanistica dei siti ministeriali e del territorio e che vorrei illustrare con alcuni dati:
- Nel 2023 l’UNESCO ha approvato la nuova Buffer Zone di Pompei, Ercolano e Oplonti che comprende 11 comuni: Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, Trecase, Pompei, Scafati e Castellammare di Stabia;
- Su proposta del Ministro della Cultura, Pompei è nella legge di bilancio dello Stato di quest’anno, dove è prevista una “una campagna di scavi archeologici a Pompei e negli altri parchi archeologici nazionali”;
- Attualmente abbiamo 28 cantieri di restauro, accessibilità e messa in sicurezza in corso, 11 altri sono in fase di avvio, altri ancora in progettazione, per un importo complessivo in programmazione di 100mio di Euro;*
- Di questi, 9 sono attualmente i cantieri che comprendono attività di scavo stratigrafico, per lo più per ragioni di miglioramento delle condizioni di conservazione e tutela del patrimonio già emerso. Ciò significa che attualmente si sta scavando su un’area mai raggiunta come superficie dalle grandi campagne degli anni ’50 del Novecento: 9000 mq.