Il caso Giffoni arriva all’attenzione del Parlamento. Dodicimila i posti di lavoro a rischio per il mancato sblocco delle risorse dei Fondi di Sviluppo e Coesione per la Campania, due le interrogazioni parlamentari volte a fare luce sugli sviluppi per la cinquantaquattresima edizione della kermesse.
Alla Camera sono stati i deputati Anna Laura Orrico, già Sottosegretario alla Cultura, e Gaetano Amato ad interrogare il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione, il PNRR ed il Sud, Raffaele Fitto. «I Fondi di Sviluppo e sono uno strumento che ha consentito ad esperienze come Giffoni, che al Paese ha portato lustro internazionale ed al territorio d’appartenenza sviluppo economico e sociale, di poter creare industrie culturali d’eccellenza,» questo dichiarano i deputati.
L’interrogazione al ministro Fitto dal parte del Senato è stata presentata dal senatore Andrea Crisanti, segretario della Commissione Cultura, Ricerca e Istruzione. «Il blocco della quota spettante alla Regione Campania del Fondo di sviluppo e coesione è a mio avviso di una gravità assoluta,» dichiara il senatore. «Il ritardo dell’erogazione di questi fondi ha delle ripercussioni irreversibili su importanti settori produttivi e culturali di un tessuto economico già fragile. Un tessuto che nonostante l’ironia sprezzante dimostrata dal nostro Presidente del Consiglio, ha invece prodotto grandi eccellenze, come il Giffoni film Festival, considerato da tutto il mondo una delle più belle ed efficaci manifestazioni culturali, cruciale per la crescita di bambini e giovani, e che ora, per la prima volta in 54 anni rischia di dover essere annullata.»
Il fondatore del festival Claudio Gubitosi, già molto attivo sui social per portare alla luce le difficoltà vissute in questo momento da Giffoni ed invitare ad una riflessione sullo stato dell’arte dell’industria culturale, ha ringraziato Orrico, Amato e Crisanti per essersi uniti al coro delle centinaia di voci che chiedono che il festival di Giffoni possa svolgersi anche quest’anno. «Cittadini italiani ed esteri, famiglie e, soprattutto, i nostri giffoner hanno trovato qui la loro casa, la loro identità, un luogo dove esprimersi e i valori che custodiranno per tutta la vita. Non è una battaglia politica ma un atto di responsabilità istituzionale verso questi giovani e questa generazione, alla quale dobbiamo dare la certezza di un Paese unito, che lavora per loro. Giffoni è un brand, sicuramente, nato al Sud ma è patrimonio italiano e mondiale.»