Capitolo quattro
La prima sera
Lo conoscevo da tre anni grazie ad un amico comune che ci aveva presentati.
Ovviamente eravamo stati poco più che conoscenti per circa due anni.
Poi da circa un anno avevo iniziato a vederlo più spesso, al parco, con amici, mai da sola.
Fino al 5 novembre di quell’autunno strano di cui vi riparlerò. Quella sera, su mio invito, lui accettò di andare a bere una birra al bar dove lavorava una sua amica. Siamo sempre andati d’accordo, c’è sempre stato un certo feeling tra noi due, ma quella sera il tutto venne enfatizzato da un’atmosfera inimmaginabile.
Cominciammo a ridere, a parlare di ogni cosa con naturalezza, poi ci baciammo. Io lo baciai per prima, rapidamente, pudicamente, sulla bocca, quasi facendo finta di niente. Poi andammo via dal bar e tutto prese una piega diversa.
Sul bacio voglio soffermarmi: non mi piaceva baciare un uomo in questo modo da più di sette anni. Il suo sapore mi donava una serenità assurda, il suo odore era pazzesco: sapeva di fiducia. Mi ricordava uno che non avevo mai dimenticato del mio paese.
Avremmo fatto l’amore in altre situazioni, probabilmente, ma non era quello che stavamo cercando, quindi valeva la pena aspettare, con tanta sofferenza però.
Si parlava di futuro, di figli, della perfezione del nostro stare insieme. Forse stavamo blaterando l’impossibile, ma era fantastico. Non avrei voluto mai e poi mai staccarmi da lui: era rassicurante pur non avendo lui quasi nulla di rassicurante, se non il suo animo.
Segno di fuoco il Leone: ma io da Sagittario non scherzavo affatto! Un vulcano stava per esplodere sotto i nostri piedi, nulla sarebbe cambiato? Beh, in verità, qualcosa era già cambiato. Io mi sentivo felice e non lo ricordavo più: aspettavo con impazienza quell’oretta dopo il lavoro per poterlo guardare, per parlargli da vicino e abbracciarlo e baciarlo.
Il 5 novembre rappresenta uno spartiacque nella mia esistenza, almeno da quando abitavo in questo posto in cui, fino a quel momento, mi ero sentita un’estranea.
Ora, invece, quasi non avrei voluto abbandonare la brughiera neppure per le vacanze natalizie, estive, o per altri viaggi. Questo era emblematico della mia mutazione emotiva.
Annalisa Capaldo