Anche Napoli diventa itinerario della Divina Commedia, con la mostra multimediale “Il mio inferno”, che fino al 19 aprile verrà ospitata nella Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola in piazza Plebiscito. Dal 23 aprile al 3 maggio la mostra raggiungerà anche la provincia di Salerno con una sosta a Battipaglia.
Un viaggio tra i gironi danteschi attraverso 34 tappe, scandite da altrettante tavole firmate da Gabriele dell’Otto, eccellenza italiana della Marvel. La mostra, destinata alla fruizione di un pubblico abbastanza giovane, è stata ideata dall’Associazione Rivela di Verona e ripercorre il viaggio del Sommo Poeta attraverso l’Inferno, con il commento del professor Franco Nembrini, saggista e dantista che ha al proprio attivo un’importante produzione che analizza la Commedia da diverse prospettive. «Dante profeta di speranza non vuole essere l’ennesima mostra dotta o divulgativa su Dante Alighieri. Quando l’abbiamo immaginata avevamo ben chiaro lo scopo: fare in modo che i giovani si accostassero con passione alla lettura della Divina Commedia, trovando in essa un contributo fondamentale alla loro crescita umana e spirituale,» ha spiegato l’associazione a proposito della genesi della mostra.
I giovani sono parte attiva del progetto, perché sono proprio loro a fare da Cicerone durante la mostra: un centinaio di giovani dei trienni delle scuole secondarie del capoluogo regionale sono stati formati nell’ambito dei Percorsi di Competenze Trasversali per l’Orientamento e hanno seguito alcune lezioni tenute in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, Dipartimento di studi Umanistici e gruppo di ricerca di Naples Dante Project per assolvere al compito al meglio delle proprie possibilità, dandosi anche la possibilità di scoprire un’inclinazione per il futuro.
Dalla Selva Oscura all’ingresso all’Inferno, passando per gli incontri con Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti ed altri fondamentali personaggi dell’opera, l’itinerario multimediale accompagna i visitatori nel viaggio di Dante anche attraverso proiezioni di immagini, video e suoni.
«Vale la pena fare la fatica di leggere Dante? Vale la pena se si parla con Dante, cioè se si entra nella letteratura con le proprie domande, i propri drammi, il proprio interesse per la vita. Allora, improvvisamente, Dante parlerà. Parlerà al nostro cuore, alla nostra intelligenza, al nostro desiderio; ed è un dialogo che una volta cominciato non finirà più,» questo il commento del professor Nembrini al progetto.