Più di cinquemila i fedeli che oggi si sono riversati nelle strade di Napoli, tra piazza Garibaldi e piazza del Plebiscito, per celebrare la fine del Ramadan. È la festa dell’Eid-al-Fitr, l’interruzione del digiuno con il primo pranzo in famiglia dopo 30 giorni. Le celebrazioni si sono svolte alla presenza dell’Imam Amam Abdhallah, in dialogo con il prefetto Michele Di Bari e l’assessora alle politiche giovanili e del lavoro Chiara Marciani.
Un’atmosfera di gioia che però porta il peso evidente e sempre crescente dell’attacco alla Palestina: «La nostra non può essere una vera festa pensando ai fratelli palestinesi.Non sono abbastanza 15.000 bambini morti, più di 35.000 innocenti uccisi e più di 80.000 feriti? Non è arrivato il momento di fermare questa cascata di sangue?» ha affermato l’Imam Abdhallah, che guida la comunità della moschea di corso Arnaldo Lucci.
Il messaggio principale è quello dell’incontro tra culture: tra i mille colori degli abiti tradizionali, soprattutto nei grandi numeri della comunità pakistana presente a Napoli, spunta anche l’azzurro della squadra di calcio partenopea, un “Maradona” immortalato come simbolo della felice coesistenza di angoli di mondo che non sono poi così distanti. Se molte comunità sono presenti sul territorio partenopeo, ciò che manca è una “reale” moschea, un luogo di culto e sepoltura dove tutti i membri della comunità cittadina e limitrofa possano riunirsi. Stando alle parole dell’Imam, la prima richiesta per un luogo di culto per i Musulmani di Napoli risalirebbe addirittura al 1989.
«La comunità musulmana è una parte importante della nostra città e abbiamo il dovere di dialogare con essa. Napoli è città di accoglienza, lo dice la sua storia, e noi dobbiamo proseguire nel solco dei diritti e della costituzione,» ha dichiarato il prefetto Di Bari.
Con la fine del Ramadan risuona anche l’eco delle polemiche intorno alla chiusura straordinaria delle scuole per la ricorrenza dell’Eid. «Noi non abbiamo molte feste, sono un paio all’anno, non mi sembra una tragedia. Spero che si riescano a comprendere sempre di più le esigenze di noi musulmani,» ha sottolineato l’Imam Abdhallah, rimarcando l’importanza di questa celebrazione per l’intera comunità.