“Napoli sarà sepolta dalla cenere”. Scoppia la polemica sul reportage dedicato ai Campi Flegrei prodotto da Rsi, la Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana. Da Piazza del Plebiscito avvolta dalle nubi alla Basilica di San Francesco di Paola distrutta dalle fiamme. Immagini raccapriccianti e diventate subito virali. Secondo gli esperti intervenuti nel video i tempi di evacuazione sono troppo brevi e sarebbe difficile evitare una strage. Inoltre, ci sarebbero gravissime ripercussioni su tutto il sud Italia e Napoli sarebbe coperta da 30 metri di cenere. Geologi e vulcanologi hanno ricreato il processo in laboratorio: ‘Per quello che possiamo stimare dall’inizio del mescolamento dei magmi fino all’eruzione i tempi sono molto brevi, dell’ordine di decine di minuti”, spiega Diego Perugini, direttore del dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia.
Dopo la pubblicazione del report shock è intervenuto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, commentando in una nota alcuni articoli di stampa rilasciati sul documentario svizzero. “Non c’è al momento nessun segnale di un’imminente eruzione dei Campi Flegrei”.
“Si tratta di un’informazione non basata su dati, e che ignora completamente tutte le importanti attività scientifiche e di pianificazione che hanno visto, e ancora vedono, scienziati e Protezione Civile lavorare fianco a fianco per gestire al meglio delle conoscenze la pericolosità vulcanica ed il relativo rischio di una delle aree più antropizzate al mondo”, si legge nella nota, firmata dal presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, dalla direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv Francesca Bianco e dal direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv Mauro A. Di Vito.
“I Campi Flegrei sono la più grande caldera urbanizzata attiva nel cuore del continente europeo. A partire dal 2005 è interessata dal fenomeno bradisismico che causa il sollevamento del suolo, terremoti ed emissioni fumaroliche. La caldera è monitorata da un sistema di monitoraggio multiparametrico continuo. Tutti i dati forniti da tale sistema, al momento, non mostrano evidenze dell’imminenza di una eruzione vulcanica, tantomeno di grandi proporzioni“, si legge nella nota. “Le azioni di mitigazione del rischio vulcanico – prosegue l’Ingv – sono basate sulla condivisione delle informazioni corrette sullo stato del vulcano. La condivisione può avvenire in molteplici forme, quali la pubblicazione di dati e di bollettini sui siti web istituzionali, incontri scolastici, incontri con la popolazione esposta al rischio, seminari, conferenze, corsi di formazione ai giornalisti e quant’altro. L’ampio spettro di queste attività è continuamente praticato dal nostro Istituto”.