Sono lontani quei momenti,
Quando uno sguardo provocava turbamenti…
Così cantava Vasco e così oggi recito io pensando a qualche anno fa, quando ancora spendevo il mio tempo ad amare, ad illudermi riguardo alla felicità terrena e le speranze non erano vane.
Nessuna forma di depressione e di ansia deve accompagnare queste mie riflessioni che sono una mera osservazione del quotidiano vivere, un’ oggettiva analisi delle esperienze reali e dei rapporti tra le persone.
Qui voglio concentrarmi, cioè sulle relazioni tra esseri umani: siamo sempre più sulla difensiva, pronti a primo acchito a sottolineare che non s’intende approcciare alla sfera sentimentale, al lato emotivo, che non si tratterá di una conoscenza approfondita tesa a costruire qualcosa di serio, non ci saranno emozioni da vivere, non ci si creerà aspettative e altri problemi simili, insomma siamo diventati prevenuti, glaciali, schifosamente anaffettivi.
Questa è la società fluida di cui tanto si parla? Ebbene, a me questa superficialità dei sentimenti e dei rapporti tra persone fa schifo.
È uno sfacelo di speranze questo vivere privo di emozioni, a me fa deprimere l’idea di dover misurare le parole, nascondere le emozioni, sopire i sogni, allontanare gli slanci affettivi, dissimulare continuamente idee, pensieri e voglie.
Questo mi fa davvero deprimere, la monotonia di relazioni già scritte, la paura del lasciarsi andare, del dirsi le cose che vengono da dentro.
Sono lontani quei tempi in cui si riusciva a chiudere gli occhi abbandonandosi completamente in un bacio d’amore o in un idillio estatico di carezze e di musica, ormai ci lasciamo sopraffare da problemi più cogenti e da mille ansie future, perdendoci momenti di felicità, attimi di gioia e di piacere, magari anche quell’ amore che abbiamo sempre sognato, annaspando nei giorni uguali ai giorni, senza sguardi che provochino turbamento, senza leggersi più nell’ anima e sorridere con gli occhi.
Insomma, di questo passo, che differenza ci sarà tra esseri umani e robot?
Annalisa Capaldo