La storia di Alfonso Volino, secondo sindaco comunista di Nocera Inferiore, rimasto in carica da marzo a settembre del 1978 (nella Prima Repubblica non esisteva l’elezione diretta del sindaco, che invece veniva votato dai consiglieri eletti), il tempo di festeggiare la promozione in B della Nocerina e di provvedere a lavori celeri per mettere il San Francesco in condizione di affrontare la cadetteria. All’elezione di Volino, politico di mestiere, funzionario Pci, si arrivò a causa del contrasto bis tra il senatore Luigi Angrisani, socialdemocratico prima e civico poi, e il partito di maggioranza, cioè la Dc. Quando il contrasto era momentaneamente insanabile, Angrisani s’appoggiava a sinistra, a comunisti e socialisti. Era già accaduto qualche anno prima, con l’elezione a sindaco di Giorgio Barbarulo, primo comunista in assoluto a guidare la città. La particolarità di Volino era il non essere nocerino: scafatese di nascita e di residenza, fu scelto dal partito a livello superiore per ereditare da Pietro Amendola il testimone di punto di riferimento. Volino tentò anche altro: lo studio del famoso quadrilatero, sviluppando idee sulle strade del centro storico prossime al centro. Non ebbe molto tempo, la Dc tornò a trattare con Angrisani e diventò sindaco Celotto. I ricordi di Angelo Verrillo, da giovane consigliere comunale dell’epoca: “Con Volino ipotizzammo un ragionamento articolato in materia di sviluppo urbanistico, un modello che oggi chiameremo “sostenibile” con il coinvolgimento di costruttori, cooperative, gente desiderosa di un altro tipo di abitazione. Ma non riuscimmo ad andare oltre, le logiche politico-imprenditoriali della città portarono purtroppo ad altre scelte”.
Autore
