Finite le molteplici richieste di candidatura a sindaco e a consigliere comunale, sono iniziate da un bel po’ di giorni quelle relative al voto.
In ogni famiglia ci sono parenti, amici e conoscenti candidati e si cerca di suddividere le preferenze tra i tanti aspiranti: fioccano le telefonate, i fac simile delle schede elettorali su WhatsApp, Messenger, inviti per caffè e quattro chiacchiere, preghiere che non credevi potessero giungere proprio da Tizio e Caio, insospettabili donne e uomini, giovani e meno giovani, che ti fermano per strada e ti chiedono se sei giá “impegnato” per le urne.
È una scena già vista, un film trito e ritrito di ipocrisia e promesse, di dilettanti allo sbaraglio, di liti familiari, di bugie e di mediocrità dilagante.
I grandi politici del passato fanno ombra a questi avventori postmoderni dalle ambizioni o aspirazioni avvilenti se commisurate agli ideali di fondo e alle competenze di base di ognuno. Si finisce per rimpiangere ancora una volta il passato in netta contrapposizione con la politica social di oggi; come si può accontentare tutti tranne se stessi? Perché chi realmente vale non s’immischia? La risposta è nella domanda: immischiarsi significa far partecipare, indebitamente o inopportunamente, una persona a qualche attività, o far vedere ch’essa in qualche modo vi abbia parte.
Non tutti hanno la spocchia, la sfacciataggine e la mancanza totale di pudore nell’andarsi ad immischiare nella cosa pubblica, indebitamente, ossia senza possederne qualità morali e pratiche e per giunta chiedere il voto a chi, di rimando, avrebbe avuto le carte in regola per metterci la faccia, ma senza portatori di consensi. Senza i soliti galoppini, come li chiama saggiamente mia madre, nessuna donna o uomo di questa città viene votato: è quindi superfluo e inutile candidarsi se l’ex politico non ti porta.
Non stupiamoci se nel prossimo Consiglio comunale e nella Giunta vedremo donne e uomini senz’arte nè parte, quelli che come dicevamo qualche tempo fa non conoscono la differenza tra delibera e determina.
Annalisa Capaldo