La violenza di genere è un fenomeno complesso e profondo, spesso nascosto anche sotto la superficie di ciò che sembra essere un semplice “attaccamento dipendente”.
Tuttavia, questo è solo la punta dell’iceberg di una cultura patriarcale che giustifica la violenza e tende a incolpare le vittime, perpetuando così un ciclo di rivittimizzazione.
Invece di incolpare le donne, anche per il loro attaccamento o dipendenza, dovremmo concentrarci sul cambiamento culturale e sociale che perpetua tali comportamenti violenti. È necessario creare un ambiente sicuro e supportivo per le vittime, dove possano ricevere l’aiuto e il sostegno di cui hanno bisogno senza paura di essere giudicate o stigmatizzate.
La responsabilità della violenza non deve mai ricadere sulle spalle delle donne, ma piuttosto su coloro che commettono tali atti. Chi non è consapevole non ha colpe, MAI.
Per affrontare la rivittimizzazione, è necessario un cambiamento radicale nella nostra società, altrimenti continueremo le fiaccolate e le panchine rosse, le donne continueranno a morire ed i violenti continueranno ad essere giustificati.
Dobbiamo smettere di giustificare la violenza e iniziare a educare gli uomini e le donne su cosa sia il rispetto, l’uguaglianza e la responsabilità. Solo così possiamo sperare di erodere le radici della violenza di genere e creare un mondo più sicuro e giusto per tutti.
La rivittimizzazione secondaria è un fenomeno che si verifica quando le vittime di violenza subiscono un ulteriore danno a causa delle risposte negative o inappropriati che ricevono dalla società o dalle istituzioni. Questo può includere il giudizio, la stigmatizzazione, la negazione o la minimizzazione della loro esperienza, il che può portare a un aumento dello stress e della sofferenza per le donne.
La Rivittimizzazione Secondaria: la violenza di genere è un problema globale che colpisce milioni di persone ogni anno. Tuttavia, oltre alla violenza diretta, le vittime spesso devono affrontare un altro tipo di danno: la rivittimizzazione secondaria. Questo termine si riferisce alle reazioni negative che le vittime possono ricevere dalla società o dalle istituzioni, come il giudizio, la stigmatizzazione o la negazione della loro esperienza.
La rivittimizzazione secondaria può avere conseguenze devastanti per le vittime. Può portare a un aumento dello stress, della depressione e dell’isolamento sociale. Inoltre, può impedire alle vittime di cercare aiuto o di ricevere il supporto necessario per guarire e ricostruire la loro vita.
Per combattere la rivittimizzazione secondaria, è essenziale promuovere l’empatia e la comprensione. Le istituzioni devono essere addestrate a rispondere in modo sensibile e appropriato alle vittime di violenza. Inoltre, è importante educare il pubblico su come supportare le vittime in modo costruttivo e non dannoso.
È importante evidenziare quanto sia pericoloso incolpare le donne, anche a volte da parte degli stessi operatori continuando così a giustificare il violento. L’assioma “Se tu non avessi avuto uno stile dipendente, se non avessi accettato, se fossi scappata subito non avresti subito violenza” è pericoloso perché utilizza questo sistema in ambienti non scientifici per attribuire colpa alle vittime anziché ai colpevoli.
L’educazione e la sensibilizzazione sono la chiave per affrontare la violenza di genere in modo responsabile e empatico. È importante riconoscere che la responsabilità della violenza non deve mai ricadere sulle vittime, ma su coloro che commettono tali atti. Solo sradicando la cultura strutturale della violenza di genere possiamo lavorare verso una società più equa e rispettosa dei diritti umani di tutti.
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