
Inevitabilmente, l’addio al convento dato l’anno scorso dai tre frati cappuccini romeni ha aperto una serie di interrogativi sul futuro dello storico Convento di Sant’Andrea, che dall’alto guarda alla città con fierezza e storia. Il Provinciale Savarese sembrerebbe intenzionato a non lasciare per sempre le truppe sul versante religioso: in assenza di frati stabili in loco, oggi la messa vien celebrata solo di domenica e nelle feste di precetto. La struttura, al di là della religiosità, era stata laicamente posta all’attenzione del prefetto Esposito per un possibile centro di accoglienza per migranti che sbarcano a Salerno. Per carità, niente da eccepire sul dramma migranti e sulla necessità di soluzioni, ma come ha rimarcato per iscritto il primo cittadino De Maio tale idea appare insensata per il luogo, che appartiene al patrimonio artistico della città, e per quel che potrebbe scaturirne a catena (sarebbe stata individuata dall’ente Comune un’alternativa con maggior spazio disponibile e in grado di non intaccare l’ordine pubblico). La scorsa settimana c’è stato un sopralluogo da parte della cooperativa sociale che ha risposto al bando europeo e da rappresentanti di Asl e Politiche Sociali). Ma la soluzione migranti proprio non convince. Ciò detto e scritto, è utile però cominciare a progettare seriamente, in accordo con la Provincia dei Frati, un futuro per Sant’Andrea. Alcune associazioni già sono attive sul fronte della custodia e della valorizzazione di un bene che appartiene all’intera comunità nocerina. Occorrebbe la scintilla, l’idea giusta, magari sul fronte della ricettività del turismo religioso, e culturale-artistico, legato ad eventi (il Concerto all’Alba e il Concorso Musicale Internazionale sono esperimenti ben riusciti a livello di eventi). Orientando tale scelta su quel che c’è in loco (nel senso di distanze corte tra siti): due chiese parrocchiali (San Bartolomeo e Corpo di Cristo), tre conventi (Sant’Andrea, Sant’Antonio, Sant’Anna), strutture che possono rinascere (Caserma Tofano, San Giovanni in Parco), strutture già rinate e attive (Castello Fienga, Villa Comunale, Teatro degli Olivetani, Oratorio San Domenico Savio). Bisogna pianificare il futuro di Sant’Andrea e del suo convento (in passato depredato e anche oggetto di speculazioni non andate a buon fine) tenendo presente quel che potrebbe offrire una visione complessiva di un’antica zona della città in cerca di rilancio da parecchio.