E’ andato in scena stamattina all’Oratorio San Domenico Savio di Nocera Inferiore. Dieci domande a testa con diritto di replica più l’appello finale. Il look: spezzato senza cravatta per Bisogno, camicia azzurra e pantalone casual per D’Acunzi. Bisogno ha parato ogni colpo e ha contrattaccato bene, D’Acunzi a volte si è espresso all’altezza altre volte ha dovuto incassare la brillantezza “amministrativa” del competitor, che gli ha fatto presente che sul discorso Puc bisogna essere completi nell’escursione e guardare anche i Pua e in quanto al Puc, quello precedente il 2017 era targato 60 anni addietro. Sul passato che non può tornare, cavallo di battaglia dello spot elettorale di D’Acunzi, Bisogno ha risposto che al momento tra le certezze di elezione in consiglio comunale i volti nuovi sono i suoi mentre quelli di D’Acunzi in alcuni casi sono più che datati. Il lavoro: D’Acunzi chiede più spazio per i nocerini, Bisogno fa notare che i bandi pubblici non si possono chiudere dinanzi alle provenienze geografiche. Botta e risposta interessante in tema di politiche sociali. Bisogno, rispondendo alle sollecitazioni di D’Acunzi, afferma di non essere affatto contrario all’ipotesi di azienda consortile per il Piano di Zona, dissociandosi completamente, su questo punto, dalle scelte del decennio di Cuofano. Altro capitolo: D’Acunzi attacca sulla Biblioteca, Bisogno risponde che la biblioteca non può diventare un ufficio per nuovi professionisti ma che è uno spazio pubblico. D’Acunzi parla di programma copia-incolla, Bisogno fa notare che il programma del competitor sembra copiato da altri e conferma il no secco a qualsiasi ipotesi di fusione con Nocera Inferiore e ricorda, in materia di delocalizzazione industriale, che è la stessa Conditalia a chiederla.
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