L’uso dell’arma atomica, scriveva Giuseppe n Galasso, provocherebbe “una catastrofe totale delle possibilità stesse di vita dell’intera umanità”. Certo, perché basta pensare alle conseguenze delle bombe che esplosero su Hiroshima e Nagasaki alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La prima ha distrutto il 70% degli edifici, provocando la morte di 140mila persone in nemmeno sei mesi, e un significativo aumento dei tassi di cancro e leucemia tra coloro che sono sopravvissuti. La seconda ha ucciso 74mila persone, radendo al suolo quasi 7 chilometri quadrati di città. Un massacro e un danno che, ancora oggi, i giapponesi stanno tragicamente scontando. Il pensiero di una delle menti crociane napoletane, Galasso buonanima che fu ministro repubblicano attento e acculturato, è tornato d’attualità in sede di esame di maturità. Un estratto di “Storia d’Europa” per sviluppare una riflessione sulla Guerra Fredda, che ha determinato tutta la politica internazionale ed interna dei vari Paesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino agli anni ‘90, chiamando in causa anche la questione del conflitto atomico, tra blocchi contrapposti. Parole sagge, nessuno discute ovviamente Galasso. Ma quel tempo non deve essere emulato nell’attuale “modernità” fatta di grandi conflitti. Le due chiese, Galasso da crociano lo sapeva bene, in Italia sono state solo frenanti e persino complici nell’alimentare nel corso dei decenni una spesa pubblica diventata debito pubblico. La Dc e il Pci, non con le stesse colpe ma con gli stessi pesi, diciamo contrapposti. Oggi si deve guardare a quel passato senza nostalgia alcuna: l’Italia sarebbe stata diversa, forse migliore, senza la zavorra della Guerra Fredda, l’atlantismo stringente, eccetera eccetera. Eppure, in tempo di elezioni in salsa varia, i tabù rispuntano, sotto forma di chiese con papati non sempre individualbili. La Chiesa del candidato che fa la foto coi bambini, la chiesa delle Madonne che piangono o indicano il voto, la chiesa del sindacalismo a modo mio, la chiesa dei compagni che sbagliano. Siamo seri, quel tempo mandiamolo in soffitta. Oggi la sola Chiesa desiderabile è quella del lavoro, dei diritti, dell’ambiente e di un tenore sostenibile di vita, senza schiavizzazioni da salario e senza moltiplicazione fallace di pani e pesci. (m.m.)
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