Dopo due settimane di gravosi impegni e intenso lavoro, arriva il venerdì sera e hai voglia
solo di metterti in pantaloncini e t-Shirt e goderti un preserale in assoluto riposo.
Il desiderio di ascoltare qualcosa di particolare mi assale e inizio a fare i miei giri, tra i miei
archivi musicali digitali e la rete. La mia stanchezza mentale mi obbliga a non fare troppi
sforzi nella ricerca, per cui mi soffermo su un titolo “Studio di Curvatura”. Rifletto quei due,
tre secondi e la mia mente parte direzione Star Trek: si materializza davanti a me il capitano
James T. Kirk, seduto sulla sua poltrona di comando in vimini, a bordo della USS Enteprise,
con una caipiroska alla fragola in mano e una camicia hawaiana mentre è intento a chiedere
informazioni a Checov sulla velocità del motore a curvatura. Si sa che, quando è stanca, la
mente fa strani scherzi. Non so perché ma mi trovo riluttante: apro non apro? Non vorrei
imbattermi in qualche lavoro trap o peggio, latino-americano. Come diceva Mughini, io
“abooorroooo” il latino-americano: per la serie “o fridd ncuoll”.
Mi faccio coraggio, o forse è più la pigrizia del momento o non voler cercare altro, quindi
vado. Cavolo, quanto sono fortunato, al primo colpo mi imbatto in un progetto serio, bello,
interessante e soprattutto I T A L I A N O !
E’ Jazz, non quello borosio, pesante, autoreferenziale, diciamocelo…. palloso. No, per nulla.
E’ fresco, vivace, giovane e frizzante. Un po’ come loro, Syntax Quartet, dall’Emilia con
piada e sperimentazione compositiva. Michele Zanasi (chitarra elettrica), Pietro Vecchi (sax
tenore), Francesco Masetti (basso elettrico) e Francesco Mascolo (batteria) si incontrano al
conservatorio di Parma e formano questo progetto, fondato sulla ricerca e sulla
improvvisazione compositiva. Stilisticamente vengono influenzati dal trombettista e
compositore canadese Kenny Wheeler (David Sylvian, Steve Coleman, John Taylor etc) a cui
dedicano il brano “Elegia per un Vinto”. Decisamente marcati i riferimenti chitarristici a Bill
Frisell e John Abercrombie. Il quartetto realizza l’album d’esordio per l’etichetta Emme
Record Label, con 6 tracce, tutte molto belle. Molto interessante il metodo compositivo: in
primis la scrittura di melodie, in secundis l’improvvisazione e l’esplorazione sonora armonica.
Il brano da segnalare è Metropolite: espressione emotiva e dialogo tra gli
strumenti. Le frasi di scambio tra contrabbasso e chitarra si intrecciano e si scambiano in
una atmosfera ritmica sostenuta e parti di fiato che colorano e arricchiscono il mood. In
Avvio Formattazione, sento l’anima di John Scofield aleggiare tra sax e groove ritmici: molto
bella. Se non si è capito, a me questo lavoro dei Syntax Error è piaciuto molto. A mio
giudizio, se la band non perderà questa freschezza e leggerezza, avrà un futuro molto roseo.
Tornando a Star Trek, la risposta di Checov a James T. Kirk è stata la seguente: comandante,
la velocità di curvatura è jaaaaaaaaaaaz!.