Vince al ballottaggio, più o meno con le stesse proporzioni del primo turno, Gennaro D’Acunzi, che stravince il confronto con Enrico Bisogno e diventa il quarto sindaco dell’era moderna a Nocera Superiore, dopo i due mandati di Salvci, i due e rotti di Gaetano Montalbano e i due di Giovanni Maria Cuofano. Il dottore non potrà essere il sindaco di tutti: non c’entrano gli avversari (cioè Bisogno ma anche Danisi e Montalbano) ma c’entra la sfiducia generale, che ha portato il 44 % degli aventi diritto a disertare le urne in sede di ballottaggio. Infatti le prime parole pronunciate, con intelligenza, rimarcano la necessità di riavvcinare la politica alla città, per andare alla ricerca di una partecipazione popolare alle scelte, per dare la possibilità a tutti di esprimersi. Curiosità familiare: più anziano di una dozzina di anni, Gennaro D’Acunzi può considerarsi, tecnicamente cugino di secondo grado ma al Sud la parentela in questione si trasforma e trasfigura, come una sorta di zio dell’uscente Giovanni Maria Cuofano, essendo cugino di primo grado della madre di Giovanni Maria, la dottoressa Linetta D’Acunzi (moglie di Pasquale Cuofano) che per qualche settimana era comparsa nel novero dei possibili sfidanti del dottore. Maggioranza composita e opposizione meno composita, queste dicono le provenienze dei nuovi eletti in consiglio comunale, tra partiti senza simboli e civici, figli e nipoti d’arte, personalità politiche abituate a fluttuare ma anche, in qualche caso a restare coerenti.
Maggioranza: Teo Oliva, Giuseppe Salzano, Rinaldo Villani, Nicola Manzo, Pasqualina De Angelis, Antonio Sessa, Giuseppe Senatore, Antonietta Battipaglia, Rossella Petti, Marcella De Angelis. Opposizione: Enrico Bisogno, Gaetano Montalbano, Carmine Amato, Giovanni Iannone, Annalisa Carleo, Maurizio Lamberti