Qualche giorno fa, nella città più grande della Piana del Sele: L’ANAC bacchetta l’Amministrazione comunale sulle proroghe fatte ad un avvocato amministrativista per una spesa complessiva di Euro 450mila. L’avv. Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nel concludere la sua relazione di 8 pagine, ha asserito che l’operato non “sia conforme ai principi generali di cui agli artt. 30 co.1, 35 co. 6 e 106 co. 11 del d.lgs. n. 50 del 2016 del d.lgs. n. 50 del 2016, ritenendosi le procedure di proroga, svolte in violazione dei principi di economicità, efficacia, imparzialità,parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, pubblicità e rotazione”.
Il procedimento dell’Anticorruzione è stato avviato a seguito di 2 esposti relativi all’affidamento di servizi legali di gestione del contenzioso amministrativo, attivo e passivo, di primo e secondo grado (Tar e Consiglio di Stato) e del contenzioso davanti alla Corte di Cassazione.
“La proroga per poter essere attivata dalla Stazione Appaltante deve essere stata prevista a monte, all’interno degli atti della gara originaria, anche al fine di calcolare correttamente il valore dell’appalto che, ai sensi dell’art. 35 co. 4 del Codice, deve tener conto di tutte le opzioni previste.
L’attivazione della proroga dovrebbe avere carattere eccezionale e non essere la regola con cui colmare dei vuoti tra la scadenza di un contratto e l’individuazione del nuovo aggiudicatario, dal momento che la procedura per la sua individuazione dovrebbe sempre essere attivata per tempo da parte dell’Amministrazione”.
“La proroga ed il rinnovo si traducono, infatti, in una fattispecie di affidamento senza gara, con violazione dei principi comunitari di libera concorrenza e parità di trattamento. Occorre altresì sottolineare – scrive Busia – che, nel reiterare l’affidamento dei diversi incarichi al medesimo professionista, è stata accertata anche una violazione del principio di rotazione degli incarichi.
Dalla Piana del Sele, ad un Comune importantissimo dell’Agro: sconfitta al Tar, con probabile sconfitta anche al Consiglio di Stato, per un sindaco che giustamente ora si rammarica: s’è troppo fidato dell’amministrativista ereditato dal precedente primo cittadino. In un concorso per un sostituire un dirigente andato altrove, l’avvocato, sostenendo la tesi della possibilità di procedere a nuovo bando evitando di scorrere la già esistente graduatoria da bando, si è “scordato” di motivare la presa di posizione dell’amministrazione. Risultato disastroso, bocciatura netta da parte del Tar. Ondeggia il mare dei papaveri (e ovviamente delle papere), c’è poco da fare.