Una settimana fa, fece scalpore il termine “Puparo” usato in consiglio comunale a Nocera Inferiore. Lo pronunciò una candidata a sindaco, trovando peraltro il sì sul marchio della “non offesa” da un ex sindaco, che decenni fa usò lo stesso il termine per colpire chi lo offendeva quotidianamente con manifesti. Il Puparo va anche in trasferta, magari ci vorrebbe un Daspo di nuovo conio per fermalo. Le ingerenze sulle elezioni di Nocera Superiore, da parte dell’altezzosa altra Nocera, sono state notevoli da parte di componenti e fiancheggiatori del sindaco vincente, tutti più o meno legati al Puparo e alla sua voglia di far pesare, non capiamo esattamente cosa, in vista di una poi sfumata candidatura alle Regionali. Chiariamoci, gli amici del Puparo a Nocera Superiore hanno fatto festa ma poi un bel niente hanno ottenuto (anche se qualcuno spera ancora di portare la voce…): scienziati politici, sedicenti coordinatori di liste, politologi, cumparielli, professoroni, donzelle, colleghi del sindaco con eterne ambizioni politiche e così via. Dopo il primo vero consiglio consumato, finito con un ko tecnico per la nuova amministrazione, rieccoli spuntare sui social, offendendo il candidato a sindaco perdente e i suoi estimatori. Noi manco abbiamo voglio di aprire il capitolo sul curriculum politico di chi offende. Non ne vale la pena. Invitiamo il sindaco vincente – consiglio disinteressato – a far piazza pulita di soggetti del genere e di tenersi lontano dal Puparo: forse è l’unica speranza che ha per sopravvivere alla tempesta politica che fatalmente arriverà e a quella “giuridica” (continuamo a preferire tale termine a giudiziaria) che prima o poi tornerà in primo piano. Considerazione finale: quando si mette piede in un’altra città – sia pure gemella, sorella o cugina fate voi – occorre il massimo rispetto verso uomini, donne, usi e costumi. L’esperienza insegna, assieme alla buona creanza.
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