Tra quattro anni a Los Angeles, se Amadeus fosse ancora legato al nuovo contratto televisivo, sarebbe il caso di chiamare Carlo Conti. Le Olimpiadi, purtroppo, sono diventate il nuovo festival di Sanremo. Sovraesposizione mediatica, tutti nel mirino di tutti, significati politici assurdamenti coniati e/o etichettati come specchio dei tempi (figuriamoci). L’unico vero gesto da ricordare in eterno, giovanotti, resterà per sempre il podio dei 200 metri nel 1968, rassegnatevi: Dopo essere saliti sul podio per la premiazione Smith e Carlos ricevettero le medaglie, si girarono verso l’enorme bandiera statunitense appesa sopra gli spalti e aspettarono l’inizio dell’inno. Quando le note di The Star-Spangled Banner risuonarono nello stadio, Smith e Carlos abbassarono la testa e alzarono un pugno chiuso, indossando dei guanti neri. A decine di metri di distanza, il fotografo John Dominis scattò loro una foto che sarebbe diventata una delle più famose del Novecento, simbolo di un decennio di proteste per i diritti civili dei neri.
Ma che onor per noi
Vincer questa gara Era già previsto un anno fa. Siamo il miglior gruppo Dell’umanità Grandi musicisti, brani d’alta qualità. Abbiamo vinto il Festival di Sanremo, Abbiamo vinto il Festival di Sanremo, Abbiamo vinto il Festival di Sanrè che bravi siamo La canzone che Avevam composto Non andava bene, ci dicevan “non c’è posto”. Quella giusta poi Ce l’ha scritta un signore