Se proviamo a chiedere in giro cosa ricordi la parola “Caramari”, in molti risponderanno che è il nome di un noto ristorante nocerino. Pochi sanno che esiste un nesso tra il nome di questo ristorante e il luogo in cui sorge: Materdomini.
Ma andiamo con ordine. Chi era Caramari?
Caramari era la moglie di un contadino. Insieme vivevano in un luogo non lontano da un bosco dove poco tempo prima un uomo evaso dalla prigione del castello di Roccapiemonte, era riuscito ad uccidere un mostro, una sorta di drago che era il terrore dei popoli che vivevano in quella zona. Quell’uomo del quale non si conosce il nome e al quale fu dato poi l’appellativo di Salvo (probabilmente da lui deriva il cognome Salvi diffuso sia a Nocera Superiore che a Roccapiemonte), prima di colpire quel drago invocò il SS. Nome di Maria. Maria, apparendo in sogno a Caramari, disse che quel luogo che per anni era stato abbandonato perchè pericoloso doveva essere considerato santo e consacrato al suo nome. Al risveglio la donna era confusa e non sapeva se si fosse trattato di un sogno o era realtà. Ne parlò al marito ma questo le impose il silenzio. Due anni dopo Caramari fece un altro sogno e questa volta le apparve un uomo il quale con voce angelica le disse che in quel posto che aveva indicato la Vergine doveva essere edificato un tempio dedicato alla Regina del cielo. Parlò pure di un’immagine da trovare dove era una quercia, ma gli uomini che abbatterono quell’albero vi trovarono sotto solo una cisterna secca. La delusione fu tanta; ci fu chi pensò di essere stato burlato e chi pensò invece che la donna non avesse inteso bene il luogo in cui bisognava cercare; fatto sta che Caramari non parlò più di questo fatto. Qualche tempo dopo, però le ricomparve la Regina del cielo la quale chiese perché non avessero cercato ancora nel luogo che aveva indicato e poi le fece vedere un anello dicendole che la sua immagine era nel luogo dove quella gemma sarebbe stata ritrovata. Caramari non parlò a nessuno di questo terzo sogno e andò normalmente a lavorare nei campi con le sue amiche ma … all’improvviso non vide più, diventò cieca e si mise a gridare. Le compagne accorsero e allora raccontò che probabilmente quella era una punizione per il fatto che non aveva ascoltato le parole della Vergine e raccontò il suo terzo sogno. Tutti si misero a cercare per trovare l’anello e ad un certo punto una donna lo vide tra i cespugli e chiamò le altre. Caramari non volle che lo toccassero e mandò a chiamare il parroco che raggiunse quel luogo seppur con qualche titubanza. Quando prese da terra quel “tesoro”, la donna recuperò la vista e subito tutti gridarono al miracolo e si misero a scavare, fino a quando tra due lastre di marmo non fu rinvenuta l’immagine di cui aveva parlato la Vergine Maria. Nonostante fosse stata sepolta tanto tempo era come se l’avessero dipinta da poco. Per quell’immagine fu costruita una chiesa che nel corso dei secoli si è trasformata in una bellissima basilica: la Basilica di Materdomini.
E Caramari? Storia o leggenda? Non importa, importa che a distanza di secoli la devozione per la Madonna di Materdomini sia aumentata sempre più. Nel passato, a Nocera Superiore, molti hanno portato il nome Caramari e ancora oggi c’è una persona che lo porta. Chissà se è a conoscenza del fatto che il suo nome fa parte della “storia” di Nocera Superiore