I FATTI e le EMOZIONI
Era lunedì cinque agosto, un tranquillo pomeriggio di un’ordinaria giornata d’estate al mare, la prima fatta quest’anno insieme al mio secondo figlio Armando. Mio figlio ha ventiquattro anni, studia ingegneria dell’automazione e vive, con sua madre insegnante, in un paese Vesuviano che, solo per privacy, non menziono. Io sono nato e vissuto a Mariglianella in provincia di Napoli fino all’età di diciannove anni circa; ora vivo a Marigliano. Ci trovavamo su una spiaggia libera, in prossimità dei tristi resti di un grosso tronco portato dal mare. Una tranquilla e mirabile spiaggia di Eboli, località Campolongo a poche decine di metri, a destra guardando il mare, del relitto dello yacht arenatosi alcuni anni fa. Quel giorno il mare era mosso; la notte precedente c’era stata anche una mareggiata perché il bagnasciuga era alquanto esteso. Avevo avvisato mio figlio di fare il bagno con prudenza, perché quelle zone sabbiose con il mare così, sono particolarmente insidiose. Tutto era andato perfettamente fin quando, saranno state le ore 17,00 circa, mentre eravamo sereni e rilassati, un signore, credo fosse un familiare, ci venne a chiedere Aiuto per alcune Persone che si trovavano in grosse difficoltà per il mare mosso e le forti correnti di risacca che trascinavano al largo. La spiaggia libera non è provvista di servizio di salvataggio e la postazione dei bagnini del lido adiacente, situato a destra del relitto, è a circa trecentocinquanta metri solo di spiaggia. Solo noi potevamo e “dovevamo” intervenire. Le persone in difficoltà erano tre uomini: un anziano sui settant’anni circa, e i suoi due figli sopra i trent’anni. Si trovavano in direzione, a pochi metri a destra, del relitto; a circa trenta/trentacinque metri dalla riva. Non so cosa o CHI ci abbia “tirati” dai lettini, repentinamente ci siamo precipitati in Loro aiuto; abbiamo letteralmente corso nell’acqua fin dove era possibile, poi ci siamo ritrovati all’improvviso a nuotare, lì io mi sono trovato in difficoltà per le mie scarse abilità natatorie ed anche per le correnti marine sotterranee di risacca; arrivato a pochi metri dai tre sono stato costretto a fermarmi e ritornare a malapena, con grosse difficoltà e ingoiando acqua, nel tratto dove toccavo con i piedi. Resomi conto della situazione pericolosa, in quei pochi istanti ho temuto per la VITA di mio FIGLIO e gli ho gridato: Torna! Torna! Torna! Non auguro a nessun genitore di provare quella forte Emozione neanche una volta. Se non La si prova, Pochi potranno capirLa appieno. Armando, mentre accadeva tutto questo e neanche accortosi delle mie subentrate difficoltà, Incurante delle mie Implorazioni aveva afferrato, intanto, la mano dell’anziano e lo aveva trascinato nuotando in direzione della riva dove appena poteva toccare con i piedi, raggiungeva poi uno dei figli riportandolo indietro in prossimità del padre ed il terzo accanto al fratello; passato poi davanti a tutti dove poteva tenere ben saldo i piedi , formava una catena umana con i tre trascinandoli poco più in là al sicuro. Nell’uscire Tutti Sani e Salvi dall’acqua i tre Signori con Occhi pieni di gratitudine ci ringraziavano e si recavano presso i loro ombrelloni in religioso silenzio; noi invece, scorti da lontano i bagnini, con le loro attrezzature per il salvataggio, che sopraggiungevano insieme a molte altre persone del lido, andavamo loro incontro a spiegare che, era ormai tutto a posto e finito Bene. Dopodiché, anche noi ci siamo recati sui nostri lettini, in silenzio, a goderci la Visione di quegli Occhi che potevano ancora guardare i loro Cari e le bellezze del mondo. Quando, dopo circa mezz’ora o poco più, ci accingevamo ad andare via, volgendo un ultimo sguardo verso di loro, ci siamo rallegrati nel vedere cento dita oscillare in alto a sinistra e a destra e, occhi e sorrisi riflettere la Luce del sole che si preparava per la notte. Che Emozione! Questa diversamente dalla precedente, auguro a Tutti di provarLa, almeno una volta nella vita. Anche guardando Armando negli occhi gli vedevo la Luce. Non meno importanti sono l’Emozioni che hanno provato queste Persone, sia in mare, sia dopo, ma che non posso descrivere ma solo Immaginare. Poi io e mio figlio siamo ritornati, ognuno nella propria casa.
Tutta la sera, a letto, ripensavo a ciò che era successo nel pomeriggio, riprovando alcune Emozioni. Quella brutta e forte emergeva preponderante ed incominciavo a riflettere: “E se … e poi se…; erano dei Se troppo Importanti. Tutto poteva finire e per questo non può finire così, non lo permetterò a me stesso, né a chiunque. Mio figlio ha Rischiato la vita, Non è addestrato per queste cose, io gliel’ho permesso e non avrei neanche potuto aiutarlo se fosse stato necessario, ha Salvato tre Vite Umane e per ultimo ho rischiato anch’io di …; tutti scampati alla probabile tragedia, visto i tempi di arrivo dei soccorsi qualificati ed attrezzati.
Le Persone devono sapere cosa è successo. Un episodio così non può passare in sordina. Non lo meritiamo. Con mio figlio non succederà e non lo permetterò. La Verità si deve sapere ed i Meriti, quelli che contano, Riconosciuti. Sono stanco di stare zitto per rispetto dei miei princìpi e vedere tanti che… Per mio figlio farò lo strappo”; in tarda serata scrissi velocemente e sinteticamente l’accaduto e lo spedii.
Il giovedì successivo, otto agosto, da solo mi recai di nuovo sul luogo dell’accaduto; percorsi tutte le spiagge per cercare i tre Salvati, fu tutto vano. Mi recai, allora, nel lido adiacente ed incontrai il Responsabile della struttura che con grande Nobiltà di Sentimenti mi rilasciò una Sua video testimonianza che avrebbe chiarito i punti mancanti e l’avvenuto “episodio”. In sintesi, è questa: “Stavo nella struttura, quando venivo contattato dai Carabinieri di Eboli, che chiedevano di mandare i nostri bagnini a fare un salvataggio nella spiaggia libera all’altezza del relitto abbandonato, in quanto una signora aveva allertato il 112 chiedendo l’intervento dei soccorsi; quando i bagnini sono ritornati hanno riferito che le persone in difficoltà erano state già tratte in Salvo da dei signori che stavano sulla spiaggia libera. Il responsabile continuava aggiungendo che quel punto è estremamente pericoloso sia per le condizioni del fondale marino che delle correnti…”.
E’ doveroso verso mio figlio ed anche verso me stesso rendere noto e sottolineare alcune cose:
Mio figlio NON è un bagnino. NON ha mai fatto corsi specifici di addestramento per conseguire il brevetto di “Bagnino di Salvataggio”. NON era dotato di attrezzature specifiche per il salvataggio di altri e per la salvaguardia della PROPRIA sicurezza. ARMANDO era dotato “SOLO” di… TANTE COSE. Lascio alle persone Nobili e Oneste di Sentimenti trovare gli aggettivi giusti. Il risultato?
Armando ha “SALVATO TRE VITE UMANE DA SOLO”.
Giusto è parlare anche del papà, che pur sapendo nuotare a malapena e con tutto ciò sopraddetto per Armando, è corso in aiuto; I Nobili e Onesti di Sentimenti riconosceranno ciò che ha fatto.
Non mi si giudichi per la ricercatezza delle parole e delle frasi nel raccontare il tutto – nella Sostanza i FATTI e le EMOZIONI sono esattamente quelli descritti – ma per esperienze di Vita, che ho appreso tardi, quando le Giuste Parole Accompagnano i Fatti, tutto assume la Sua Collocazione in quell’Universo di Emozioni che Ognuno di Noi porta dentro di Se e che ha Solo Bisogno di Tirare FUORI. Non mi si giudichi neanche di aver raccontato io stesso i fatti. Chi mai lo avrebbe fatto? Sarebbe rimasto solo nelle menti dei Salvati e di Coloro che avevano assistito all’accaduto, Importante Si, ma non abbastanza, ai miei occhi, per mio figlio.
Ringrazio Tutti Coloro che, saputo il fatto, mi sono stati Vicini specie nei Primi Momenti. Persone Nobili e Oneste di Sentimenti che al di là delle differenze geografiche, di cultura, classi, ceti, razze, religioni, sesso, hanno ben capito i Fatti e l’Emozioni senza sminuirne la gravità. Tra questi un ringraziamento per coloro che hanno permesso per Primi la diffusione dei fatti e a chi ha confermato la loro veridicità: la dott.ssa Anita Capasso (giornalista),la dott.ssa Sonia Fiammetta d’Alessio (redattrice Agrotoday), il giornale “Salerno today” e per ultimo ma non ultimo il Responsabile del lido adiacente, il sig. Massimo. Ancora ringrazio, tutti gli sconosciuti dei social ai quali ho chiesto aiuto per la divulgazione dei fatti sugli stessi.
SPERO che questa storia dia Speranza e Fiducia a tante Persone che ne hanno Bisogno; a me per primo.
Armando! Un bacione da papà. Non dimentico l’altro mio figlio Gennaro, un abbraccio.
Paolo