Oggi più che mai mi chiedo quanto contino l’onestà e la verità per le donne e gli uomini del mio tempo.
Ci si arroga spesso il diritto di offendere l’intelligenza altrui e calpestare la sensibilità degli animi, professando fedeltà ai propri partner mentre si fanno proposte perverse e scandalose ad altre persone: mogli e mariti, ignari del proprio compagno meschino, osceno, continuano la propria vita nella più becera inconsapevolezza.
Esseri immondi fanno passare la loro veritá per verità assoluta e si vantano di esperienze sessuali mai avute oppure mettono voci in giro su presunte prestazioni sessuali di taluno o talaltro, spergiuri di tradimenti mai visti coi propri occhi, solo per camuffare l’insoddisfazione atavica che li caratterizza, le sporche perversioni che non trovano sfogo e la pochezza di una vita da rifare.
Ma essere onesti e sinceri non significa inciuciare su persone assenti e tradire la mogliettina in menopausa che neanche immagina l’essere brutto e deforme che ha accanto.
Nessuno è santo, per inciso, ma a tutto c’è un limite: la differenza tra una persona onesta e sincera e un maiale informe è eclatante, almeno per me, lapalissiana, perché ho avuto la fortuna e la possibilità di conoscere e apprezzare gente pulita.
In questo modo posso comprendere la netta differenza tra il sordido e il pulito, pur concedendo attenuanti alla debolezza della carne e alla volontà di vendetta che scaturisce da un tradimento sgamato.
Ma ripeto, a tutto c’è un limite: infatti se uno è lercio nell’animo non ha attenuanti e continuerà a mentire e a calunniare chiunque entri nella sua orbita o nelle sue mire: queste persone vanno condannate e messe al bando definitivamente.
Esse rischiano di avvinghiarci nelle loro spire, di insozzarci con false verità e turpi soliloqui: tempo fa scrissi un articolo dal titolo Tradimento o noia?, oggi parlo di onestá e veritá perché non è più giustificabile la disonestà di chi crede persino di trovarsi nel giusto.
Essere liberi di dire o di scrivere ciò che si vuole non significa arrogarsi il diritto di calunniare, mentire, offendere chi non lo merita. Le menzogne restano menzogne, non vanno spacciate per verità; questi sono i mezzucci di chi sentendosi inferiore non trova altra strada che denigrare gli altri.
Annalisa Capaldo