La recente vicenda tra il ministro Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia ha messo in luce un preoccupante doppio standard nella rappresentazione dei ruoli di genere. Mentre Sangiuliano viene spesso descritto con termini positivi come “ingenuo”, “buono”, “pulito” e “romantico”, Boccia è stata etichettata con aggettivi negativi come “scaltra”, “arrivista” e “arrampicatrice sociale”. Questo tipo di narrazione non solo deresponsabilizza l’uomo, ma colpevolizza ingiustamente la donna, perpetuando stereotipi dannosi.
Inoltre, è emerso che a Maria Rosaria Boccia fosse stata promessa una carriera come consigliera per i Grandi Eventi.
Tuttavia, una volta scoperta la relazione, questa promessa è stata ritirata e Boccia è stata scaricata. Questo ulteriore dettaglio sottolinea come le donne possano essere facilmente manipolate e poi abbandonate, rafforzando l’idea che siano in qualche modo colpevoli delle loro stesse disgrazie.
Questo atteggiamento riflette un problema più ampio nella nostra società, dove le donne sono frequentemente giudicate più severamente rispetto agli uomini. La “mostrificazione femminile” è un fenomeno che vede le donne dipinte come manipolatrici o opportuniste, mentre gli uomini vengono spesso scusati o addirittura elogiati per comportamenti simili. Questo doppio standard non è solo ingiusto, ma contribuisce a creare un ambiente in cui la violenza di genere può prosperare.
Quando le donne sono costantemente rappresentate in modo negativo e gli uomini vengono deresponsabilizzati, si rafforza l’idea che le donne siano in qualche modo colpevoli delle loro stesse disgrazie. Questo può portare a una minore empatia e comprensione per le vittime di violenza di genere, e a una maggiore tolleranza per i comportamenti abusivi degli uomini.
Per combattere questo problema, è essenziale promuovere una rappresentazione equa e giusta di entrambi i sessi nei media e nella società. Dobbiamo sfidare e smantellare gli stereotipi di genere, e riconoscere che la responsabilità delle azioni ricade su chi le compie, indipendentemente dal genere. Solo così potremo sperare di creare una società più giusta e sicura per tutti.
Se un ministro della Repubblica viene rappresentato come un bambino che non è in grado di discernere perché non può sottrarsi all’avvenenza femminile come possiamo pretendere che l’uomo comune possa assumersi la responsabilità delle sue azioni?