Le famiglie se ne vanno perché mancano lavoro e servizi. Chiudono scuole, bar, negozi e sportelli bancari. Un circolo vizioso che pare impossibile da arrestare. In dieci anni gli abitanti delle aree interne tra decessi, trasferimenti verso le città o oltre confine, sono scesi di 700 mila unità. La storia della cilentana Roscigno è estrema ma rende l’idea.Adesso a Roscigno Vecchia davvero non vive più nessuno. Libero, in realtà si chiamava Giuseppe, di cognome faceva Spagnuolo, aveva 76 anni. Dal 2001 Libero, come amava farsi chiamare, era l’unico abitante del piccolo centro riconosciuto patrimonio dell’Unesco. Ne è stato la memoria storica, il guardiano e anche il cicerone, “mestiere” imparato facendo da guida ai turisti che sceglievano di insinuarsi nel cuore degli Alburni, in quella che gli archivi moderni definiscono in modo un po’ ridondante la Pompei del Novecento. Il paese fu infatti abbandonato dalla popolazione a seguito dell’emanazione di due ordinanze del genio civile, risalenti al 1902 e al 1908, che ne imponevano l’evacuazione per via delle continue frane. La maggioranza della popolazione era emigrata in Svizzera e negli America ma molti si erano spostati semplicemente a valle, in quella che oggi è Roscigno Nuova, lasciando dietro di sé il borgo così com’era, come una triste istantanea senza tempo. Esistono tante Roscigno, al sud ma anche verso l’Appennino. Occorrerebbe investire, ci sono i soldi del Pnrr. In alcuni casi i progetti sono stati presentati ma la fase successiva, tra finanziamento e inizio dei lavori, proprio non decolla. Un vero peccato, sotto tutti gli aspetti. Riassunto delle regole precedenti: Nell’ambito dell’Investimento 2.1 Attrattività dei Borghi sono destinati 420 milioni di euro alla Linea A che sosterrà progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono o abbandonati, tramite la realizzazione di un numero limitato di interventi di carattere esemplare, uno per ciascuna Regione o Provincia Autonoma per un totale di 21. Ciascun intervento sarà di importo pari a 20 milioni di euro e sarà finalizzato al rilancio economico e sociale di borghi disabitati o caratterizzati da un avanzato processo di declino e abbandono. I progetti dovranno prevedere l’insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, come ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri della cultura, alberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali (RSA) dove sviluppare anche programmi a matrice culturale, residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali.
Per questa linea di azione, Regioni e Province autonome hanno presentato la propria proposta al MiC, così come definita d’intesa con il Comune interessato; è seguita una fase negoziale condotta da un Comitato tecnico istituito dal MiC al quale hanno partecipato un rappresentante delle Regioni, un rappresentante dell’ANCI e un rappresentante delle associazioni partecipanti al Comitato di coordinamento borghi. Il percorso negoziale, mirato alla verifica della coerenza delle proposte progettuali con i processi e le tempistiche attuative del PNRR, si è concluso con l’ammissione a finanziamento di 20 proposte
Ad integrazione del DSG n. 453/2022, in considerazione di una rinnovata attività valutativa della Commissione, con Decreto del Segretario Generale n. 378 del 20 aprile 2023 sono state approvate le graduatorie aggiornate di cui all’Avviso pubblico e con Decreto del Segretario Generale n. 381 del 20 aprile 2023 sono state assegnate risorse per complessivi Euro 6.811.971,58 in favore di ulteriori quattro progetti.
In data 15 maggio 2023 è stato approvato, con Decreto SG n. 497, l’Avviso pubblico a supporto delle imprese che operano nei comuni assegnatari di risorse per l’attuazione di Progetti locali di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici, finalizzato a favorire il recupero del tessuto economico-produttivo dei 294 Borghi assegnatari delle risorse di cui al precedente Avviso pubblico. Il termine per la presentazione delle domande è scaduto il 29 settembre 2023. Con Decreto del Segretario Generale n. 549 del 10 maggio 2024 è stata approvata la graduatoria di merito complessiva delle proposte ammesse a valutazione; con distinto e successivo provvedimento si procederà all’assegnazione delle risorse alle proposte ammesse a finanziamento, nei limiti delle risorse disponibili e nel rispetto dei criteri di cui all’Avviso.
Turismo delle Radici
Nell’investimento 2.1 si inserisce il Progetto “Il turismo delle radici – una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19” che vede il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) in qualità di Amministrazione attuatrice e il Ministero della Cultura in qualità di Amministrazione titolare. Esso si propone di adottare iniziative mirate per definire un’offerta di servizi ad ampio raggio nel settore del turismo, rivolte alla vasta platea di italo-discendenti e di oriundi italiani nel mondo (stimati in circa 80 milioni), promuovendone il rilancio dopo la pandemia.
In data 6 febbraio 2023, il MAECI ha pubblicato il “Bando delle Idee”, un Avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali finalizzate a sostenere la nascita di nuove figure professionali specializzate nella progettazione e promozione dei servizi relativi al turismo delle radici ed a incentivare l’occupazione giovanile in aree ad elevato tasso di disoccupazione; l’Avviso si è chiuso il 22 marzo 2023. Occasioni, occasioni e ancora occasioni: e allora ?