Nelle dodici pagine dell’esposto dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano nei confronti di Maria Rosaria Boccia ci sono molte chat. E anche, secondo l’avvocato Silverio Sica, «forme di ricatto più o meno larvate, richiamando a più riprese la figura del presidente del Consiglio». Agli atti della procura di Roma, che indaga per lesioni e per violenza o minaccia a corpo politico dello Stato, anche i messaggi alla moglie dell’ex direttore del Tg2 Federica Corsini. Tra cui un Whatsapp in cui le fa credere di essere nello stesso hotel in cui risiede la coppia. E dice di non sapere che «c’era un matrimonio in corso». Ma la parte più significativa è la storia della gravidanza. Con i messaggi di lei a lui. Tra cui uno del 23 agosto: «Bravissimo come sempre. Sei un Super Babbo».
La non-consigliera avrebbe infatti sfruttato il desiderio di paternità dell’ex ministro per ricattarlo. Il messaggio sul Super Babbo arriva dopo un intervento di Sangiuliano a un convegno a Rimini. «Mi sei parso in difficoltà», scrive Boccia. «Ti ho visto a disagio e triste. Avevi anche difficoltà a terminare le frasi. Stai sereno», aggiunge. Lui da qualche giorno ha smesso di rispondere a messaggi e telefonate. Ma lei insiste: «Ora, come hai detto, è tempo di serenità e privacy. Noi scappiamo, domani abbiamo la visita di controllo». Anche se in realtà non c’era alcuna gravidanza. Come non c’era nemmeno in occasione degli screzi con un’altra ex fiamma, un assessore campano. E Sangiuliano nell’esposto precisa: «Io nella mia vita non ho mai avuto la gioia di un figlio. E lei lo sapeva bene». Per questo è andata all’attacco. Sempre puntando alla nomina.
Sangiuliano nell’esposto ammette di averla conosciuta il 24 maggio alla presentazione dei candidati delle liste di Fratelli d’Italia per le elezioni europee al Teatro Sannazzaro di Napoli. Si è offerta di collaborare con il ministero «in maniera professionale e ambiziosa». Poi, agli inizi di giugno, «il rapporto si è trasformato in una relazione di natura affettiva ed extraconiugale». Ma a luglio «la relazione ha cominciato a mostrare inequivoci connotati tossici. La Boccia cominciava a rimproverarmi di non averle rappresentato la mia reale condizione di uomo saldamente coniugato. Il rapporto è violentemente degenerato con frequenti litigi». Fino all’aggressione del 17 luglio, dopo la quale l’ex direttore del Tg2 ha “sfoggiato” la cicatrice sulla fronte su cui si è tanto malignato.
Sangiuliano sostiene di aver subito «un’azione persecutoria e ricattatoria». Che a un certo punto si è spostata sulla moglie Corsini. Fino alla discesa in campo dell’«amica» Melania Rizzoli, ex parlamentare ed assessora in Lombardia. «Mi ha detto che la Boccia voleva essere nominata consigliera, e solo in tal caso si sarebbe fermata». Ma Sangiuliano non lo fa e deve rinunciare alla poltrona. Le indagini su di lei e su di lei ci diranno se davvero c’è una vittima di ricatti o si tratta della solita storia di potere. Che per una volta ha avuto una conclusione diversa.