Teatro Karol, speciale rassegna PLATEALMENTE dal libro alla scena, a cura di Pierluigi Fiorenza inserita nell’ambito della proposta artistica di Casa del Contemporaneo. A dialogare con Fiorenza, ecco Walter Veltroni, che ha presentato al pubblico il suo ultimo romanzo edito da Marsilio “Buonvino e il circo insanguinato” Veltroni – che è stato direttore dell’Unità, vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni e le attività culturali, sindaco di Roma, fondatore e primo segretario del Partito democratico, autore di numerosi romanzi, saggi e anche di documentari e film – ha visto approdare il suo Buonvino in libreria nel 2019 quando è uscito Assassinio a Villa Borghese. A distanza ognuno di un anno sono poi seguiti Buonvino e il caso del bambino scomparso (2020), C’è un cadavere al Bioparco (2021) e Buonvino tra amore e morte (2023), tutti pubblicati da Marsilio.
Protagonista è appunto il commissario Buonvino che si imbatte nei componenti della carovana di un circo allestito per le feste natalizie al Parco dei Daini, nel territorio di competenza del commissariato di Villa Borghese. Già dal primo incontro emergono strane tensioni sotterranee, insospettabili per il pubblico di spettatori che si lasciano catturare dalla inossidabile magia circense. Durante il numero dei trapezisti, però, la giovane figlia del direttore di scena, Manuelita, mentre effettua un’acrobazia particolarmente complessa e rischiosa cade sbattendo contro l’unica parte dura della rete di protezione. I soccorsi sono inutili, la ragazza muore sul colpo. Tutto lascia credere che si sia trattato di un terribile incidente, una sciagurata fatalità. Ma qualcosa agli occhi del commissario non torna. Rancore, invidia, odio e anche qualcosa di più ruota intorno ai membri di quella che – solo a un primo sguardo – sembra una grande famiglia unita e solidale. Volendo paragonarlo al tempo politico di Veltroni, sembra il Pd, anzi la Libia del dopo Gheddafi. Ma bisogna fare Buonvino a cattivo gioco e quindi torniamo al libro: ” “Ho scritto un giallo controvento. Non lasciamo che l’odio prevalga, la sinistra ritrovi le sue parole – dice Veltroni – Non abbiamo più certezza della realtà. La democrazia è stata sostituita dalla politica dei picchiatori e dei semplificatori» La serata ha visto la partecipazione dell’attrice Federica Citarella ha letto alcuni brani del romanzo.
Veltroni ha descritto, aggiungendo :“La storia è ambientata negli anni in cui sono stato sindaco. Il primo luogo citato è il Parco dei Daini, che è il mio luogo del cuore. Villa Borghese è un luogo incantevole, incastonato nel cuore, nel centro di Roma. È un luogo di silenzi, di meditazione, di luogo per i bambini, di amore per i fidanzati e ha questa caratteristica: fuori c’è la vita della città che pulsa, si varca quel cancello e cambia tutto… La gente parla sottovoce a Villa Borghese. Quando ho cominciato a scrivere questa serie di gialli che è arrivata al quinto capitolo, ho immaginato che in quel luogo così estatico l’irruzione della violenza e dell’assassinio potesse avere un effetto emotivo molto più forte. E così è stato.” Inevitabile, giallo a parte, il riferimento a quel che resta del rosso, ovvero alle vicende attuali del centro-sinistra: ” “Si discute molto di ‘campo largo’, ma io più che alla dimensione del campo sono interessato a che cosa ci si pianta in questo campo, a quali sono i fiori che ci si aspetta di veder sbocciare perché è quello ciò che conta per i cittadini. Il vero punto non è tanto la dimensione del campo, ma la bellezza del fiore politico, programmatico, culturale, valoriale che si è capace di generare. Se questo fiore appassisce o sfiorisce e non è in grado di esprimere quella meravigliosa avventura democratica che è il riformismo, se questo fiore si connota di populismo, di moderatismo, perde la sua identità. Quindi oggi secondo me il tema non è quanto è grande la dimensione dell’area ma che cosa si vuole fare”.