Una città blindata, un corteo bloccato in ogni tentativo di accesso alla “zona rossa”, l’area intorno Piazza Plebiscito e Palazzo Reale, sede del G7 dei ministri della Difesa in corso a Napoli da ieri e fino a domenica. E oggi, poco dopo le ore 18, la barriera è stata aggirata: i manifestanti sono arrivati in piazza Carità dove si sono scontrati con la polizia.
Il corteo tentava anche di andare oltre, ovvero di proseguire verso la parte bassa di via Toledo in direzione piazza Trieste e Trento, ma gli è stato impedito: carica «di alleggerimento» (così vengono definite quando il cordone di polizia è a distanza ravvicinata coi manifestanti e vuole riprendere spazio e distanze) e molti lacrimogeni per far disperdere la folla.
Il tutto si è svolto in pochi minuti e sotto una pioggia battente: i manifestanti si sono avvicinati avendo come scudo tre grossi manifesti di cartone, al di sopra dei quali sono volate pietre e bottiglie. La polizia ha risposto con lacrimogeni e poi manganelli. Da entrambe le parti non si registrano feriti. La mobilitazione antibellica si è sciolta poco dopo questo momento di tensione. Secondo i manifestanti «oltre 2mila persone hanno violato il dispositivo di sicurezza imposto dalla Questura per dire chiaramente che il G7 della guerra non è il benvenuto».
L’area prospiciente è da giorni interamente controllata dalle forze dell’ordine, ci sono almeno tremila fra carabinieri, poliziotti, finanzieri e militari dell’Esercito italiano a sorvegliare sul summit internazionale e scongiurare che le manifestazioni possano arrivare a ridosso della zona tra piazza Municipio, piazza Trieste e Trento, Santa Lucia.
La manifestazione, organizzata da molte sigle, tutte Pro-Palestina, era partita intorno alle ore 16 da piazza Garibaldi, con l’obbligo di non proseguire oltre piazza Bovio, meglio conosciuta come piazza Borsa. In testa striscioni che si oppongono al G7, altri per la Palestina libera e che contro le guerre in corso, soprattutto in Medioriente.
Mentre proseguivano corso Umberto I, i manifestanti si sono anche fermati davanti alla sede di Fratelli d’Italia, partito della premier Giorgia Meloni, per una contestazione. Sulla strada, proprio davanti alla sede del partito, alcuni manifestanti hanno scritto con la vernice bianca la frase “A pieno regime” e poi “No Ddl 1660”, ovvero il nuovo Ddl Sicurezza che oltre a inasprire le pene per reati già esistenti, introduce circa una ventina di nuovi reati nel codice penale, come ad esempio il blocco stradale, forma di protesta comunemente attuata in caso di manifestazioni.