Chi l’avrebbe detto che il gruppo più irriverente ed esilarante della musica napoletana sarebbe diventata l’ispirazione di una mostra? Dal 12 al 24 ottobre, gli Squallor sono al centro di Fango, gli Squallor a tutto tondo, mostra di scultura di Salvatore Scuotto (alias Morale-S) e Nicoletta Itto a cura di Pasquale Ruocco al Tin Teatro Instabile Napoli.“Ma com’è nato tutto questo?” viene spontaneo chiedersi. Una domanda a cui Salvatore Scuotto, ideatore della mostra, risponde: “Erano gli Anni ’80, studiavo scultura al Liceo Artistico di Napoli e con i compagni ascoltavamo gli Squallor. A distanza di 40 anni devo ammettere che la band mi ha insegnato a non prendermi sul serio, educandomi al gusto della demistificazione, alla satira feroce, all’anarchia creativa. Così” ha aggiunto, “considerandoli come maestri di vita, ho proposto una mostra dedicata al loro mondo visionario”.
Il gruppo si formò nel 1971, quando uscì il loro primo 45 giri con 38 luglio e Raccontala giusta Alfredo. Erano già tutti e cinque dei professionisti affermati, ognuno con una diversa e forte personalità. Questo primo 45 giri fu registrato a Milano, in via Ripamonti.[2] attorno alle figure dei parolieri, compositori e discografici Daniele Pace, Totò Savio, Giancarlo Bigazzi, Alfredo Cerruti (la “voce narrante”) ed Elio Gariboldi (che abbandonò il progetto nel 1972), cui in seguito si unirono occasionalmente membri esterni come Gianni Boncompagni (voce tra l’altro nel brano Vacca) e Gigi Sabani, che nell’album Cambiamento provò ad imitare la voce di Savio (al quale un intervento chirurgico aveva compromesso l’uso delle corde vocali), ma senza il risultato desiderato. La voce di Savio era così nota e personale da essere praticamente insostituibile.
Il nome Squallor nacque perché Daniele Pace, milanese in mezzo a due napoletani (Totò e Alfredo), per entrare maggiormente in comunione con loro, era solito “napoletanizzare” tutto. Mentre cercavano il nome del gruppo uscì la parola “squallore”, che rifletteva il senso di tanti argomenti riguardanti la società che volevano trattare, e la parola italiana nel napoletano di Daniele diventò il gaio e inequivocabile squallor, nome adottato da tutti con entusiasmo.
Gli Squallor raccolsero un notevole riscontro di pubblico nonostante l’iniziale mancanza di promozione diretta, il non essersi mai esibiti pubblicamente e l’inevitabile censura da parte delle radio (escluse poche emittenti locali, ed esclusi alcuni brani che furono trasmessi dalla RAI, come 38 luglio e L’alluvione).
Tra i temi ricorrenti della loro produzione va menzionato quello legato a Pierpaolo, soggetto sul quale fu costruita una vera e propria serie. Personaggio dalla voce querula, rappresenta un figlio viziato che gira il mondo sperperando i soldi che estorce al padre (che lo ha rinnegato) minacciandolo di rivelare i suoi loschi affari. Apparso per la prima volta nel brano Famiglia Cristiana, presente nell’album Pompa, si vide dedicare negli album successivi una traccia fissa con una telefonata a suo padre proveniente dalle più disparate località del mondo. Il personaggio fu utilizzato da Cerruti anche come concorrente dei quiz telefonici di Indietro tutta!. Nella stessa trasmissione televisiva, Cerruti aveva caratterizzato una serie di gag interagendo con Renzo Arbore e Nino Frassica, interpretando il personaggio del Professor Pisapia e, assieme ad Arnaldo Santoro, facendo il verso alle comunicazioni via radio delle pattuglie della Polizia nello sketch Volante 1 a Volante 2, anticipato già nel brano Abat-jour (dall’album Vacca del 1977) e successivamente rivisitato nel brano Processo a Miami (dall’album Cielo duro del 1988).
Nel 1994 uscì l’ultimo album ufficiale degli Squallor Cambiamento, pubblicato nel solo formato CD (tutti gli altri erano usciti anche, o solo, su dischi LP). Grazie alla nota abilità di Gigi Sabani come imitatore l’album contiene anche il brano Albachiava (di Giancarlo Bigazzi, Gaetano Savio, Alfredo Cerruti), parodia di Albachiara di Vasco Rossi (nella canzone “Vasco Bossi, quel cantante coi capelli grassi” che, nella parte finale del brano, venne giustamente bistrattato da un manager taccagno dopo un concerto in uno stadio in cui la canzone fu coralmente cantata da migliaia di fan).
Seguirono solamente raccolte e, nel 2000, (S)hit Squallor Remix, che conteneva anche l’inedita Uh Playboy’s, un album di remix, prodotto e realizzato da DJ N-Joy (alias Leonardo Stella), da un’idea di Giancarlo Bigazzi.
Daniele Pace morì all’età di 50 anni per un infarto, il 24 ottobre 1985. Totò Savio morì il 25 luglio 2004 a 66 anni per un tumore, mentre Elio Gariboldi nel giugno 2010 a 66 anni e Giancarlo Bigazzi il 19 gennaio 2012 a 71 anni, per un’infezione cerebrale. L’ultimo membro rimasto in vita, Alfredo Cerruti, morì il 18 ottobre 2020, all’età di 78 anni.