La tecnologia ha invaso il mondo. Scuola compresa.
Aule tech , scuola senza zaino e 4.0, T.i.c. ( tecnologie dell’informazione e della comunicazione ) , stampante 3d, lim o monitor interattivi, tablet : grazie ai fondi stanziati dalla Cominità Europea (PON o PNRR ) quasi tutte le scuole italiane sono state dotate di tali supporti digitali con i quali sicuramente la lezione risulta più accattivante ed inclusiva.
L’ausilio di musica e immagini, l’informazione al secondo attraverso google o altro motore di ricerca, consentono al docente di realizzare lezioni più creative, di favorire insegnamenti di contenuti altrimenti non possibili, di spostarsi dal Polo Nord all’Australia in meno di due secondi e in altrettanti immergersi nell’ era preistorica o assistere all’eruzione del Vesuvio.
D’altra parte, gli alunni, cosiddetti nativi digitali ,risultano certamente più coinvolti rispetto alla lezione frontale di tipo tradizionale.
Come sempre però da valutare i pro e i contro. Gli eccessi, soprattutto.
E come sempre, un po’ controvento, di fronte a bambini iperconnessi in presenza di alunni con sintomi da astinenza da playstation , quasi anestetizzati da questi malefici marchingegni propongo all’aula virtuale l’esperimento o il giochino didattico in giardino, all’attività interattiva la manipolazione di materiali , esercizi creativi , sport o raffigurazioni artistiche.
Qui non si vuole assolutamente demonizzare la tecnologia . Anzi, in primis sono stati trattati i benefici e gli aspetti certamente positivi.
Come sempre è il troppo a storpiare. Il tempo eccessivo di esposizione, questo il problema. E a monte purtroppo, c’è sempre la famiglia, spesso, assente . E il bambino solo in compagnia dell’aggeggio che lo tiene occupato.
Quindi, tecnologici si ma con parsimonia!