Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, ha lasciato ieri sera il carcere di Fuorni. La misura cautelare per Alfieri è stata attenuata dal Riesame, con il passaggio dagli arresti in carcere agli arresti domiciliari. La notizia, inizialmente non confermata dagli avvocati difensori, è stata ufficiale quando gli stessi hanno ricevuto, in tarda serata, la pec che consentiva ad Alfieri di poter riabbracciare di nuovo la sua famiglia dopo 25 giorni di detenzione in carcere.
Franco Alfieri, infatti, era stato arrestato il 3 ottobre scorso in seguito a un’inchiesta su presunti appalti illeciti che coinvolgeva altri indagati, tra cui anche la sorella Elvira, i quali si trovavano già ai domiciliari. Il Riesame aveva posticipato il giudizio al 28 ottobre come richiesto dagli avvocati.
Quasi cinque ore, ieri, l’udienza per Franco Alfieri (assente in aula), la sorella Elvira Alfieri, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria della Dervit. Davanti al collegio giudicante del tribunale della libertà, presieduto dal giudice Dolores Zarone (con i giudici a latere Enrichetta Cioffi e Cristina De Luca), questa mattina sono stati ascoltati dapprima i legali della famiglia Alfieri, Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro. In aula era presente solo Elvira, titolare della ditta Alfieri Impianti srl di Torchiara (Sa). Successivamente, alla presenza degli indagati Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, ha preso la parola il legale della Dervit spa di Roccadaspide (Sa), Antonello Natale.
Nel corso del Riesame, il pool difensivo di Alfieri ha sollevato la presunta incompetenza territoriale della Procura di Salerno (la motivazione è stata rigettata) – argomentando che il presunto atto corruttivo alla base dell’intero impianto probatorio, ossia i bonifici effettuati dalla Dervit a favore della Alfieri Impianti, si sia concretizzato a Torchiara, dove ha sede legale la stessa Alfieri Impianti e che ricade sotto la giurisdizione del Tribunale di Vallo della Lucania – evidenziando, inoltre, la natura prevalentemente indiziaria dell’accusa, nonché l’assenza di rischio di reiterazione dei reati ipotizzati o di inquinamento delle prove.
I giudici hanno confermato gli arresti domiciliari per gli altri indagati coinvolti nella stessa indagine. Le indagini in corso sui presunti appalti illeciti continueranno ad essere effettuate dalla Procura di Salerno.