L’Adda, oltre ad essere uno dei corsi più lunghi d’Italia (il quarto per l’esattezza), è il fiume che col suo paesaggio è di una bellezza mozzafiato.
Sull’origine del nome ci sono varie teorie: quella che lo vuole dal latino “Ad dua” ossia le due sorgenti e quella che lo attribuisce ai Celti “abda”, acqua impetuosa.
Quando si dice Adda si dice Leonardo Da Vinci.
Nel periodo in cui era ospite nella villa del suo allievo Francesco Melzi D’Eril a Vaprio d’Adda, Leonardo ebbe l’ incarico da Ludovico il Moro di studiare il corso fluviale per cercare punti di navigabilità. Ed ecco che i suoi studi sui moti delle acque lo hanno portato a realizzare disegni di dispositivi idraulici, chiuse e conche con porte battenti che controllavano il livello delle acque e permettevano alle imbarcazioni di superare i dislivelli dei canali.
Del “maestro” è anche il traghetto, che collega la sponda bergamasca a quella lecchese, unico nel suo genere. Affrancata ad un cavo d’acciaio, teso tra le sponde, l’imbarcazione non è azionata da un motore ma dalla forza della corrente.
Ma Leonardo dell’Adda ne ammirava anche il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda e alla Vergine delle Rocce.
Un connubio Adda/ Leonardo palpabile, vivo e si percepisce ovunque, mentre si percorre questo angolo di paradiso.
Basta salire in sella a una mountain bike o indossare scarpe da running e immergersi in uno spettacolare luogo in cui si respira arte, natura e storia.
E poi.. quando questa meraviglia ce l’hai sotto casa non puoi non condividerla!